Il giorno dopo il terremoto elettorale che lascia i partiti pro-austerità – i conservatori di Nea Dimokratia e i socialisti del Pasok – senza un numero sufficiente di seggi per formare da soli una grande coalizione, l'incarico di formare un governo verrà dato al leader di ND, Antonis Samaras, che per poco resta il partito di maggioranza relativa, con il 18,85% dei voti.
Un incarico difficilissimo: per creare una coalizione che sia abbastanza forte da fare riforme profonde, serve per lo meno un terzo partito, e i riflettori si spostano adesso su Sinistra Democratica, un raggruppamento di 'ribelli' di vari partiti di sinistra che con i suoi 19 seggi farebbe arrivare la 'grande coalizione' di "salvezza nazionale" (nelle parole di Samaras) a 160 seggi su 300. Ci riuscirà? Senza contare che anche con il Pasok un accordo non è del tutto certo, Samaras avrà poco tempo (tre giorni, per legge) per sondare gli animi di possibili alleati. La sua chiave potrebbe essere quell'ammorbidimento del Memorandum (l'intesa con cui la Grecia scambia misure draconiane di austerità con gli aiuti dell'Europa) che ND chiede da tempo: questo potrebbe garantire il supporto anche di chi ha fatto campagna anti-austerità.
Alle 15 (le 14 in Italia) Samaras vedrà il presidente della Repubblica Karolos Paoulias per ricevere l'incarico. E proprio il capo dello Stato potrebbe, con un invito alla responsabilità, facilitare alleanze, nel nome della salvezza della Patria. Intanto, c'è grande soddisfazione nelle 'ali estreme' che sono le vincitrici di questo voto: la sinistra radicale di Syriza, secondo partito nazionale col suo 16,78%, con il sorpasso sul Pasok, e gli estremisti di destra di Chrysi Avgi, che nella notte hanno festeggiato con scenografie da stadio il loro trionfo. Raccolgono il 6,97% dei voti e ben 21 seggi, grazie alla loro campagna anti-immigrazione, anti-Europa, anti-establishment.
STAMPA PUNTA TITOLI SU INGOVERNABILITA' ATENE – All'indomani delle più cruciali elezioni svoltesi in Grecia negli ultimi 40 anni, tutti i giornali ellenici oggi titolano le prime pagine puntando sull'ingovernabilità che – con il frazionamento dei partiti e del prossimo Parlamento – rischia di far deragliare il programma di risanamento economico concordato da Atene con i creditori internazionali. "Incubo di ingovernabilità" è il titolo secco di Ta Nea (di centro-sinistra) che in un titolo di taglio basso già parla di "Nuove elezioni". Ethnos (pure di centro-sinistra) titola invece "Un voto di rabbia ribalta lo scenario politico. Proposta del Pasok per un governo di unità nazionale". Anche per Kathimerini (di centro-destra) si va "In cerca di governo. Storico crollo dei partiti di potere". Per "Kerdos (economico) i greci hanno dato ieri un "Forte messaggio elettorale. Terremoto nel sistema politico". "Scenario ingovernalibità" è il titolo di Imerisia (economico) secondo cui "Il Paese rimane sospeso". Per Rizospastis (organo del partito comunista Kke) "Da oggi in prima linea nella lotta contro la nuova tempesta anti-operaia".
MERKEL, PROSEGUA CON PIANO RIFORME CONCORDATO – E' "importante" che la Grecia continui con il suo piano di riforme già concordato: lo ha detto oggi la cancelliera tedesca Angela Merkel.
CITIGROUP, FINO A 75% RISCHIO USCITA GRECIA DALL'EURO – Dopo le elezioni, il rischio che la Grecia esca dall'euro entro 18 mesi e' fra il 50 e il 75%. Lo scrivono due economisti di Citigroup, Jurgen Michels e Guillaume Menuet, che in precedenza davano al 50% l'uscita di Atene dalla moneta unica. ''In ogni caso, anche dopo le elezioni in Grecia, Francia e Germania, giudichiamo molto bassa la probabilita' di una frammentazione dell'unione monetaria''.
Fonte: Ansa