Il blocco dei sindacati. Il personale del ministero della Cultura protesta contro l'imminente licenziamento di 320 dipendenti il cui contratto scade alla fine del mese
ATENE – Al secondo giorno di occupazione da parte di un gruppo di precari del ministero della Cultura che protestano contro i licenziamenti, questa mattina la polizia greca ha fatto irruzione nell'Acropoli ateniese per
disperdere i 150 lavoratori con contratto a termine che da oltre 24 ore bloccavano l'accesso al sito archeologico.
L'entrata dei poliziotti dall'ingresso laterale è stata ripresa e poi trasmessa dalla televisione. I video mostrano 3 le squadre antisommossa (Mat) che inseguono i dimostranti trincerati dietro i cancelli, servendosi di gas lacrimogeni per disperdere anche i giornalisti che si affollavana davanti l'ingresso. Alcune persone sono rimaste ferite.
C'è stato un tentativo di resistenza e cinque precari sono stati fermati. I lavoratori, che avevano bloccato l'entrata principale al più importante monumento greco e cambiato la serratura del cancello, chiedono che lo Stato saldi gli stipendi non pagati. Circa cinque milioni di euro in due anni.
Il blocco dell'Acropoli da parte dei sindacati era una forma di protesta contro l'imminente licenziamento di 320 dipendenti con il contratto in scadenza alla fine del mese previsti nel quadro del rigoroso piano adottato dal governo ellennico per far fronte alla crisi finanziaria.
La Grecia ha sfoltito l'organico dei lavoratori con contratti a termine dopo l'accordo con Ue e Fmi per ridurre il deficit. Le agenzie statali spesso assumono a tempo determinato prima delle elezioni, senza avere la sicurezza dei fondi con cui pagare gli stipendi dei dipendenti.
I manifestanti avevano trascorso la notte sulla Collina Sacra dove era stato posto un grande striscione con la scritta "Non pagheremo per i vostri errori". I turisti non potevano entrare nell'Acropoli e un funzionario del ministero aveva fatto sapere che il sito archeologico era "chiuso a causa dello sciopero e non sappiamo quando sarà riaperto".
Fonte: www.repubblica.it