Eleggere venti o trenta eurodeputati 5 Stelle. Affermarsi come “primo gruppo” italiano al Parlamento europeo. Avere abbastanza forza da travolgere la politica di Bruxelles e, a valanga, quella di Roma (Napolitano “dovrebbe sciogliere le Camere”). Beppe Grillo parte all’assalto dell’Ue. Si lancia a testa bassa e con ottimismo nella prima campagna elettorale del M5S per le europee e torna a minacciare un referendum per l’uscita dall’euro e il ritorno alla lira. “Il voto europeo è anche un voto nazionale”, spiega ai lettori del suo blog il leader dei 5 Stelle. “Tre governi italiani sono stati decisi dalla Ue con il beneplacito di Napolitano”, sostiene: “Il Parlamento italiano” serve ormai solo come “facciata democratica”. Dunque, se il Movimento riuscisse, come si propone, a prendere più voti degli altri partiti, il presidente della Repubblica Giorgio “Napolitano non potrebbe più tirare a campare con giochi di palazzo, dovrebbe sciogliere le Camere e indire nuove elezioni”. Per far “saltare gli attuali equilibri”, il M5S, è il calcolo, deve eleggere tra 20 e 30 eurodeputati, ossia occupare quasi la metà dei 73 seggi dell’Italia. L’obiettivo è ambizioso, ma Grillo ha lanciato la sua scommessa: “Andrò io dalla Merkel e la guarderò negli occhi”, ha detto.
E non è forse casuale la pubblicazione di un post dal titolo “in Europa per l’Italia”, proprio alla vigilia del viaggio a Berlino di Matteo Renzi. A chi prova a schiacciare i grillini su posizioni anti-euro, Grillo replica che la visione è più articolata: “Il M5S non è Euro-sì o Euro-no”, ma vuole tornare “a principi di solidarietà e comunità: Europa solidale o nessuna Europa”. Dopo l’ingresso nel Parlamento europeo, il M5S “porrà delle condizioni” all’Ue: “l’eliminazione immediata del Fiscal Compact”, per non essere “consegnati alla Troika”, e “l’emissione di eurobond” garantiti a livello centrale, per non “finire come la Grecia”. Se l’Ue rifiuterà queste richieste, spiega il leader 5 Stelle, non ci sarà altra scelta che “uscire dall’euro”. E allora il Movimento proporrà un referendum “per tornare alla lira”. Musica, questa, per le orecchie della Lega: “Incontrerei volentieri Grillo per parlare di euro e lanciare con lui una sfida sui progetti”, dice Matteo Salvini. E ripete come un mantra “basta euro”. Ma frena sull’ipotesi di un referendum per tornare alla lira: “La Costituzione lo impedisce”. Intanto, Grillo continua a pungolare “Renzie” (così chiama il presidente del Consiglio) e accusarlo di mentire. L’occasione questa volta è un sondaggio lanciato sul blog per decidere chi è il “più grande contapalle” tra i premier italiani. Vince Silvio Berlusconi ma, sottolinea il leader M5S, “con un margine di neppure 1.000 voti” sul “mentitore seriale di Firenze”.(ANSA)