Berlusconi ai deputati: registrata due anni dopo la nascita, sarò assolto con formula piena
ROMA – «Abbiamo le prove che non era minorenne!». Berlusconi ormai parla di Ruby con molte persone. Lo fa con toni confidenziali, in appuntamenti privati. Lo fa in pubblico, come ieri pomeriggio alla Camera, con i suoi deputati, per sfogarsi o per scherzare, certamente per ribadire che la ragazza «ha detto di non avere mai avuto rapporti sessuali con me e dunque non si capisce proprio dove stia il reato».
Ma nella mole di confidenze, argomentazioni e commenti del presidente del Consiglio negli ultimi giorni è emersa anche una novità: secondo il premier esisterebbero le prove che la ragazza soprannominata Ruby Rubacuori, che secondo i magistrati ha avuto con lui almeno un rapporto sessuale a pagamento mentre era minorenne, era invece all'epoca dei fatti più che maggiorenne. «È stata registrata all'anagrafe due anni dopo essere nata», rivela in queste ore Berlusconi. Se così fosse e se fosse dimostrabile ovviamente la novità sarebbe di rilievo e avrebbe conseguenze sul processo. Il capo del governo mentre la racconta la aggiunge a tutti gli altri motivi per cui ritiene che in ogni caso verrà «assolto con formula piena», sempre che a sentenza si arrivi. La prova verrebbe opposta ai magistrati soltanto dopo l'inizio del processo e sarebbe insomma il fatto che taglia la testa al toro: «Sostiene il premier che lui non ha mai fatto sesso con la ragazza, sosterrà la difesa che in ogni caso non si trattava di una prostituta, ma se veramente fosse dimostrabile che Ruby ha conosciuto Berlusconi quand'era maggiorenne non ci sarebbe nemmeno bisogno di dover dimostrare le prime due cose, il processo finirebbe in quel momento», argomenta nel Pdl chi le confidenze di Berlusconi ha ricevuto.
Sembra che alla prova di cui parla in privato il Cavaliere si sia arrivati anche con un sopralluogo nel paese di origine della ragazza, che le indagini difensive si siano spinte sino ad un verifica nel luogo di nascita, in Marocco, un Paese dove storicamente non esiste un tradizione di denuncia delle nascite efficiente, o quantomeno puntuale, come in Occidente.
Se la novità costituisce veramente uno degli assi nella manica della difesa del Cavaliere lo vedremo nelle prossime settimane, intanto la strategia difensiva continua a passare per un ventaglio di misure che coinvolgono in primo luogo il conflitto di attribuzione fra toghe e Parlamento.
Anche qualcuno nel Pd ieri si è spinto a condividere la tesi del Pdl, ovvero che la richiesta di sollevare un conflitto debba essere votata quanto prima dall'Aula di Montecitorio e questo vuol dire che verosimilmente, nel giro di poche settimane, lo scontro sulla competenza con i magistrati di Milano potrebbe trasferirsi di fronte ai giudici della Corte costituzionale.
«In un Paese civile un processo così durerebbe mezz'ora mentre lo portano per le lunghe trasformandolo in un processo mediatico. Io nella mia vita non ho mai fatto male a nessuno e non c'è una sola persona che può dimostrare il contrario», ha detto ieri il Cavaliere parlando con i suoi deputati, durante le votazioni sul federalismo.
«Trovo assurdo questo processo – ha proseguito – perché mi si accusa di un qualcosa che non esiste. La concussione è un'accusa che non sta in piedi, perché il diretto interessato ha smentito di avere subito pressioni di qualsiasi tipo. Così come Ruby ha smentito di aver avuto rapporti sessuali con me. Si tratta di una cosa assurda, semplicemente assurda».
Fonte: www.corriere.it