Con i Giochi di Rio de Janeiro dietro l’angolo, una vittoria azzurra è gia in bacheca. L’Italia dei campanili, delle mille voci sa fare sistema — ed è una notizia — e sbarca in Brasile compatta. Giovedì 7, alla Farnesina, alla presenza dei rappresentanti di trenta ambasciate, sono state presentate le iniziative italiane per i Giochi olimpici e paralimpici. Cultura, tradizione e tecnologia arrivano a Rio con un progetto unico che si articola in Casa Italia; nella promozione curata dall’Ice; in un piano di promozione integrata delle eccellenze italiane; nella mostra “I Giochi in Grecia e a Roma” al Museo delle Belle Arti di Rio; nella rassegna “Arte in scena”, al Museo di Arte moderna della città, curata dal Maxxi di Roma e raccontata da Giovanna Melandri, presidente della Fondazione.
“I Giochi — ha esordito il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni — sono sfida sportiva e lo sport ha un ruolo politico e diplomatico: siamo fieri delle aziende italiane che portiamo in Brasile, al quale inviamo un messaggio di amicizia e fiducia. Nonostante la fase che vive, il Paese ha le risorse umane per risollevarsi”. Ne ha così tante che per la prima volta, come ha detto il viceministro degli Esteri, Mario Giro “l’Italia si presenta a Rio facendo sistema perché nel mondo c’è grande voglia di vivere all’italiana e dobbiamo mostrare a tutti il nostro meglio”.
Arte accanto a imprese, tradizione con design e cultura, quella che tanto del nostro Pil produce: “I numero del turismo sono destinati a crescere soprattutto grazie a milioni di persone provenienti da Paesi che fino ad alcuni anni fa non viaggiavano. Per questo — ha spiegato il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini — la rassegna “I Giochi in Grecia e a Roma”, curata da Eugenio La Rocca, con opere che provengono dai musei italiani più noti mostra lo sport antico, l’arte e l’archeologia e sarà a disposizione di tutti i turisti a Rio. Non c’è solo il Tuffatore di Paestum: l’Italia spesso non ha piena consapevolezza di quanto vale, della propria unicità. Ci sono milioni di persone che vogliono vestire, parlare, bere, mangiare italiano: a tutte queste offriamo il nostro meglio e anche agli italiani perché, dal 2 agosto, ogni museo statale, e ci auguriamo, anche le collezioni in genere, proporrà con particolare rilievo una delle proprie opere legate al mondo dello sport”.
Fra 28 giorni, inizieranno i Giochi, che, secondo uno studio dell’università di Oxford, con US$ 4,6 miliardi hanno sforato il budget del 51% (cifre già smentite dal comitato di Rio) ma restando al di sotto delle spese di precedenti edizioni. Si correrà, si salterà, si mireranno bersagli e sogni e gli azzurri qualificati sono già più numerosi: “Questo è un traguardo importante per il nostro movimento olimpico — è il pensiero del presidente del Coni, Giovanni Malagò. C’è poi l’idea di Casa Italia, fortemente voluta dal direttore marketing del Coni Diego Nepi. “È il luogo simbolo, il luogo dell’identificazione del Paese e del Coni, nato dalla collaborazione con gli sponsor e pronto a dare visibilità al meglio dell’italianità, senza dimenticare che da Casa Italia parte la rincorsa di Roma verso la candidatura, già forte oggi, del 2024, che può cambiare la storia della città e del Paese”. Tanto che ai lavori moderati da Vincenzo De Luca, direttore della promozione del Sistema Paese, ha assistito pure Luca Cordero di Montezemolo, presidente del comitato promotore di Roma 2024.
“La nostra sfida di servizio pubblico è raccontare l’Italia a chi ha interesse per il nostro Paese oltre i confini nazionali”, ha concluso il dg Rai, Antonio Campo Dall’Orto. E a Rio l’Italia conterà sull’iniziativa dell’Ice che porterà una trentina di Pmi dello sport system, “un comparto — ha detto il presidente Ice, Michele Scannavini — che comprende 900 aziende, fattura 12 miliardi e che ci invidiano soprattutto in America”. Nel nostro Dna anche solidarietà e accoglienza: “Il comitato paralimpico — ha detto il presidente Luca Pancalli — ha scelto come Casa una parrocchia e quel che si risparmia sarà destinato a disabili e parrocchie in difficoltà”.
Segni di italianità, di un modo tutto speciale di intendere il vivere e lo sport: “Vi aspettiamo felici — ha concluso l’ambasciatore del Brasile in Italia, Ricardo Neiva Tavares — la sicurezza sarà garantita da 85mila agenti, Zika è un rischio basso e, come diciamo noi, alla fine andrà tutto bene e, se non va bene, significa che non siamo ancora arrivati alla fine”.
Per ora è tempo di iniziare e il 3 agosto, grazie a Pirelli, il Cristo Redentore, simbolo della “cidade maravilhosa”, sarà illuminato con il tricolore. Perché quella luce nella notte segni la strada agli azzurri e alla candidatura di Roma verso
il 2024. (Maria Luisa Colledani –
Il Sole 24 ore)