Compie oggi sessant’anni Nanni Moretti, il regista, attore, sceneggiatore e produttore romano vincitore della Palma d’Oro al Festival di Cannes e del David di Donatello per il film ‘La stanza del figlio’, in cui racconta la morte accidentale del figlio in una famiglia media italiana.
Moretti nasce a Brunico da padre romano e madre calabrese.
Dalla madre, Moretti prendera’ il cognome, Apicella, per intepretare il suo personaggio piu’ noto, Michele, e che apparira’ in cinque delle sue prime sei pellicole: ‘Io sono un autarchico’ (1976), ‘Ecce Bombo’ (1978), ‘Sogni d’oro’ (1981), ‘Bianca’ (1983) e ‘Palombella rossa’ (1989). In ognuno di questi film, Michele Apicella e’ un personaggio diverso: dal disoccupato che recita in una compagnia teatrale sperimentale al pallanuotista ex dirigente del Pci affetto da amnesia, passando per un ex studente sessantottino fuori corso, per un nevrotico regista in erba frustrato e per un professore di matematica ossessivo. Apicella, nella sintesi di tutti questi personaggi, rappresenta il tipico carattere morettiano: acculturato, di sinistra, critico della sua stessa fede politica, nevrotico e persino moralista.
La carriera cinematografica di Nanni Moretti inizia negli anni ’70 con un cortometraggio (‘La sconfitta’), a cui ne segue un altro (‘pate’ de bourgeois’). Il suo primo lungometraggio sara’ appunto ‘Io sono un autarchico’ a cui seguira’ ‘Ecce Bombo’, famoso anche per la sferzante critica ad Alberto Sordi che, per Moretti, non ha mai preso una posizione politica e ha recitato sempre con un po’ di qualunquismo.
Gli anni ’80, poi, sono per Moretti anche quelli dell’esordio nella produzione dei film: nel 1987, infatti, con Angelo Barbagallo fonda la ‘Sacher Film’, la casa di produzione cinematografica.
La sacher, sua torta preferita, sara’ ricorrente nella vita professionale di Nanni: negli anni ’90, infatti, prendera’ in gestione una sala cinematografica a Trastevere e la chiamera’, appunto, ‘Nuovo cinema Sacher’. Sono proprio gli anni ’90 quelli del maggior impegno politico di Nanni Moretti: dopo il mediometraggio ‘La Cosa’, il cui titolo deriva dalla definizione che Achille Occhetto dette all’organo politico nato dopo la fine del Pci, Moretti realizza ‘Caro diario’, film autobiografico in cui interpreta se stesso (e non piu’ Michele Apicella) e con il quale vince il premio per la miglior regia al Festival di Cannes del 1994. Di questi anni e’ anche ‘Aprile’, il film dedicato alla nascita del figlio a soli 3 giorni dalla vittoria del centrosinistra di Romano Prodi: e’ di questo film la celeberrima frase ”D’Alema, di’ una cosa di sinistra”.
Nel 2000, poi, Moretti si dedichera’ ”sul campo” alla politica, facendosi portavoce di una critica forte nei confronti sia del centrodestra ma anche del centosinistra: e’ il periodo dei girotondi e dell’ ‘urlo di piazza Navona’. Nel 2006 realizza poi uno dei suoi capolavori, se non altro per quello che, a sette anni di distanza, dopo la sentenza Mediaset, si e’ rivelata una vera e propria premonizione: ‘Il Caimano’, il film ispirato a Silvio Berlusconi e uscito pochi mesi prima delle elezioni politiche del 2006 che saranno vinte dal centrosinistra di, ancora, Romano Prodi.
Premonitore anche il film del 2011, ‘Habemus Papam’, in cui Moretti racconta la vicenda di un papa che sceglie di rinunciare all’incarico: un anno e mezzo dopo, nel febbraio del 2012, arriveranno le dimissioni di Benedetto XVI.
Nanni Moretti si e’ sempre distinto per una forte critica verso lo scenario politico e sociale italiano: ironico e sarcastico, Moretti non si e’ mai risparmiato toni forti al potere e anche alla classe intellettuale del Paese.