Senza odio né rancore, ma con partecipazione viva e convinta. Per ricordare coraggio, ideologia, principi morali, senso del dovere, disillusione, pietas umana, senso comune. Per ricordare insomma, la Resistenza. Mentre si tengono il doppio corteo a Roma e le manifestazioni di Milano, Sergio Mattarella è al Teatro Comunale di Carpi per celebrare il 25 aprile e commemora la storia, grande o piccola, di eroismo delle famiglie italiane di allora. Un lunghissimo applauso e l’inno di Mameli suonato dalla Filarmonica di Carpi e cantato da un coro di 80 bambini ha accolto il presidente della Repubblica, accoglienza caldissima con la centrale Piazza dei Martiri tappezzata di bandiere dell’Italia e dell’Unione Europea.
La citazione di Primo Levi
Senza la Resistenza non vi sarebbe l’Italia libera e democratica, non avremmo conosciuto una stagione così duratura e feconda di sviluppo civile, di promozione dei diritti, di pace, ha detto il capo dello Stato che ha anche citato Primo Levi: Se il nazionalsocialismo avesse prevalso l’intera Europa, e forse il mondo, sarebbero stati coinvolti in un unico sistema in cui l’odio, l’intolleranza avrebbero dominato incontrastati. Resistenza sì come lotta al nazifascismo, ma anche come embrione della nuova democrazia. Resistenza come primo, essenziale momento per la riconquista della libertà. Secondo Mattarella, d’altronde, non si può comprendere la Resistenza, il suo significato, la sua fondamentale importanza nella storia d’Italia se non si parte dalla sua radice più autentica e profonda: quella, appunto, della rivolta morale. Una rivolta contro un sistema che aveva lacerato, oltre ogni limite, il senso stesso di umanità inciso nella coscienza di ogni persona», rimarca il capo dello Stato.
Il ricordo della Brigata ebraica
Applausi in particolare per il presidente della Repubblica quando ha ricordato l’impegno della Brigata Ebraica.Vi furono uomini liberi che sbarcarono nell’Italia occupata e versarono il loro sangue anche per la nostra libertà. A questi caduti rivolgiamo un pensiero riconoscente – ha detto Mattarella -. Il loro sangue è quello dei nostri fratelli. Tra questi non possiamo dimenticare i 5000 volontari della Brigata Ebraica, italiani e non, giunti dalla Palestina per combattere con il loro vessillo in Toscana e in Emilia-Romagna.
La minaccia del terrorismo
Infine un passaggio sull’attualità, con un parallelo con quello che oggi è «un nemico insidioso e vile, che vorrebbe instaurare, attraverso atti di terrorismo, una condizione di paura, di dominio, di odio, rispondiamo come negli anni della Resistenza, come negli anni settanta, che noi non ci piegheremo alla loro violenza e che non prevarranno. (Corriere)