Alessandro Florenzi. Il centrocampista della Roma è l’unica novita’ nell’11 azzurro che alle 15 scenderà in campo per affrontare la Svezia. Rispetto alla formazione che ha debuttato a Lione battendo il Belgio, fuori Darmian e dentro il jolly giallorosso che agirà da esterno di centrocampo nel 3-5-2 di Conte. Per il resto tutto confermato con Buffon tra i pali, in difesa Barzagli, Bonucci e Chiellini, in mezzo Florenzi, Parolo, De Rossi, Giaccherini e Candreva, in attacco la coppia Pellè-Eder. In casa Svezia Hamren va avanti per la sua strada riproponendo il 4-4-2 con Ekdal a centrocampo e Guidetti al fianco di Zlatan Ibrahimovic.
Zlatan Ibrahimovic, i ricordi brasiliani e quella seconda partita spesso indigesta per gli azzurri. Di elementi per lo stato di allerta massimo non mancano e l’Italia che alle 15 scende in campo contro la Svezia sa che non può abbassare la guardia. Pochi i dubbi sulla formazione: la difesa è confermata in blocco: davanti a capitan Buffon l’ormai celebre “BBC” con Barzagli, Bonucci e Chiellini che dovranno vedersela con Ibrahimovic, oltre che con Guidetti, attaccante con origini italiane che dovrebbe vincere il ballottaggio con Berg.La, o le novita’, potrebbero arrivare dal centrocampo.
A farne le spese in questo caso Darmian che lascerebbe la sua fascia di competenza, facendo spazio a De Sciglio, a Florenzi o al El Shaarawy. In vantaggio il primo che nell’ultima mezz’ora contro il Belgio (entro’ proprio al posto dell’ex Toro), ha dimostrato di star bene e di poter essere utile. Poi c’e’ Florenzi che ha voglia di giocare anche per la sua Penelope, la bimba nata la settimana scorsa. L’esterno della Roma dovrebbe adattarsi a giocare a sinistra, ma lo ha fatto in passato e la sua corsa potrebbe tornare utile. Difficilmente, invece, trovera’ subito spazio El Shaarawy che ha caratteristiche spiccatamente offensive. In attacco Pelle’ ha recuperato dagli acciacchi post-Belgio, sara’ in campo. Ieri Conte lo ha elogiato pubblicamente (“e’ dovuto andare all’estero per dimostrare il suo valore, e’ un buonissimo attaccante che sta vincendo la sua sfida”) e oggi lo mandera’ a far sportellate con i centrali svedesi. Al suo fianco conferma per Eder, il momento degli altri tre attaccanti (Zaza, Immobile e Insigne) arrivera’ a partita in corsa o nei prossimi impegni.Fischio d’inizio alle 15, attesi 10 mila tifosi italiani allo stadio, arbitra Kassai, per gli azzurri in palio gli ottavi e il pericolo Ibra. “Un grande campione che fa la differenza”, dicono Conte e Buffon. Tocchera’ alla “BBC” azzurra fermarlo.
Del resto Buffon ricorda ancora quel gol di Ibra di 12 anni fa agli europei in Portogallo, quel gol di tacco con un’acrobazia innaturale ma fortemente voluta. “Zlatan lo temiamo tantissimo perché fa parte di quella piccola cerchia di campioni che fanno le fortune delle squadre in cui giocano”, ha spiegato il numero uno azzurro che peraltro da allora non ha più incassato gol da Ibracadabra, “sicuramente la Svezia non è solo Ibra perché ha altri ottimi giocatori, ma è chiaro che un talento come il suo, la forza e la sua consapevolezza di essere un campione gli altri non ce l’hanno. Per me e per tutto il reparto arretrato sara’ un problema. Non ho un bel ricordo di quel gol che mi fece in Portogallo, anche se con il tempo ne ho apprezzato il gesto tecnico visto che fu un gol clamorosamente bello, allora Ibra era un talento, ma era giovane e non sapevamo che tipo di carriera potesse fare, ora sono passati 12 anni e ha più volte dimostrato le sue qualità tanto che quel gol che fece a Euro2004 lo ha fatto altre 3-4 volte, dimostrando che quel colpo di tacco era una delle specialità della casa”.
Ibra è un problema, ma c’è una difesa, l’ormai mitica “BBC” azzurra, che rasserena Buffon. “Con tutti i reparti arretrati con cui ho giocato e condiviso esperienze, ho sempre avuto un feeling particolare e credo sia questo l’ingrediente più importante per arrivare, se non al successo, il più lontano possibile. Con Barzagli, Bonucci e Chiellini giochiamo insieme da tantissimi anni, siamo sicuramente una difesa collaudata, formata da ragazzi che si conoscono bene e che, al di là del lavoro che facciamo, si stimano tantissimo. Questo può rendere le cose più semplici, ma a questi livelli non puoi rilassarti e vale anche per domani”.
Con Conte del resto è difficile, se non impossibile, rilassarsi. “In Nazionale ha portato la mentalità che conosce meglio, che aveva portato in precedenza alla Juve e che porterà in tutte le sue squadre, si evince subito che il risultato per lui è figlio del sacrificio, delle conoscenze e del lavoro”. Con il Belgio la difesa ha funzionato alla perfezione e il migliore è stato Bonucci, autore dello splendido assist confezionato a Giaccherini per la rete dell’1-0. “Le caratteristiche di Leo sono evidenti, è un playmaker che sa impostare benissimo, ha dei piedi felici che gli permettono di rischiare e osare giocate difficili e importanti, ha il coraggio e la personalità per decidere di fare qualche giocata al limite. Inoltre in questi anni è migliorato veramente tanto anche a livello difensivo, è un giocatore completo che fa parte della top level mondiale”.
Buffon e Bonucci c’erano anche due anni fa, in Brasile, quando l’Italia esordì vincendo e convincendo contro l’Inghilterra per poi naufragare e perdere con Costa Rica e Uruguay. “Storicamente nelle ultime competizioni l’Italia ha sempre avuto dei problemi nella seconda partita, noi siamo qui per risolverli. L’inizio è stato confortante, probabilmente non ce l’aspettavamo neppure noi, ma come ho già detto la nostra forza à sicuramente quella di essere una squadra consapevole dei propri limiti e quando conosci bene i tuoi limiti sai cosa devi fare per preparare bene certe partite e non steccare. Domani dobbiamo dimostrare tutto questo, anche perché sappiamo che se con i nordici giochi ottimamente vinci, se fai una buona gara pareggi, se giochi male perdi perche’ loro non ti regalano niente, dobbiamo fare molta attenzione”.
Nel 2014 andò malissimo dopo la prima vittoria, nel 2006 fu l’inizio di una cavalcata trionfale per un gruppo unito e compatto come non mai…o come questo? “A oggi l’analogia con il 2006 è aver vinto 2-0 la prima partita. Il gruppo si forgia, si compatta e diventa più forte andando avanti e ottenendo risultati, è inevitabile che sia così, ma è anche vero che qua c’è stata, sin dal primo giorno di Coverciano, una predisposizione a creare una certa amalgama e una grande sintonia, perché crediamo in questi ingredienti. Sicuramente se nel 2006 siamo riusciti a compiere l’impresa che tutti sappiamo, è stato anche grazie alla forza e all’unita’ di intenti che si può avere solo con 23 ragazzi e tutto lo staff che la pensano all’unisono”. E qui in Francia c’è un gruppo compatto e che ha in Conte un condottiero seguito…come un certo Lippi. (AGI)