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Home > «Il berlusconismo è slogan e editti Vergogna per non averlo capito prima»

«Il berlusconismo è slogan e editti Vergogna per non averlo capito prima»

19 de agosto de 2010 - Por Comunità Italiana

MILANO – «Nessuno ci potrà più convincere che il berlusconismo non coincida con il dossieraggio e con i ricatti, con la menzogna che diventa strumento per attaccare l'avversario e distruggerlo». È questo l'affondo di FareFuturo. Il duro editoriale di Filippo Rossi, pubblicato sul sito della fondazione vicina a Gianfranco Fini, arriva all'indomani dell'appello a «non tradire il mandato elettorale» lanciato dal presidente del Consiglio ai «finiani moderati» e alla vigilia del vertice del Pdl. Rossi accusa il berlusconismo di nutrirsi «di propaganda stupida e intontita, di slogan, di signorsì e di canzoncine ebeti da spot pubblicitario».

«SENSO DI COLPA» – «Eravamo convinti – scrive il direttore del periodico – che fosse un semplice dibattito politico, il confronto tra due idee di centrodestra, e che tutto potesse scorrere nei canali della democrazia interna a un partito». Certezze in base alle quali, spiega la fondazione vicina al presidente della Camera, «abbiamo difeso per anni Berlusconi, sperando nella sua capacità di spiccare il volo e diventare un grande politico, uno statista». Per questo motivo, Rossi ammette: «Il pensiero corre ai sensi di colpa per non aver capito prima, per non aver saputo e voluto alzare la testa. E oggi che gli editti toccano da vicino, è fin troppo facile cambiare idea. Oggi ha ragione chi dice: perché non ci avete pensato prima? Non c'è una risposta c- prosegue l'editoriale – che non contempli un pizzico di vergogna. Un vergogna che, però, non prevede ora il silenzio, il ripetersi di un errore».

«QUESTIONE DI DEMOCRAZIA» – Per Farefuturo, dunque, la questione, non è più soltanto politica: «È una questione di civiltà. Di democrazia. E di libertà», si legge sul suo periodico online. «Questioni forse più grandi di noi – continua l'articolo – che impongono una scelta difficile. Intendiamoci, tutto questo poi non impedisce la "politica", non impedisce di trovare accordi per governare il paese. Si parla d'altro. Si parla di qualcosa di più. Perchè quello che abbiamo visto in questi ultimi tempi, tra documenti di espulsione e attacchi sguaiati alle istituzioni che sembrano concepite come proprietà privata e non come bene pubblico, relazioni internazionali di dubbio gusto e killeraggi mediatici, per non parlare delle questioni etiche trasformate in propaganda di partito, ecco, tutto questo dimostra che c'è una distanza culturale prima di tutto. E che la scelta a questo punto – conclude Rossi – è se stare o meno dalla parte di una politica che si possa dire davvero laica e liberale».

«FINI ESPULSO» – È scontro intanto sull'appello di Berlusconi ai «finiani moderati». «Noi siamo leali con gli elettori, con Gianfranco Fini e con Silvio Berlusconi. Sinora a tradire, a strappare il patto con gli elettori sono stati quelli che hanno deciso di escludere Fini dal Pdl» è l'attacco del fianiano Adolfo Urso. Al quale ha prontamente replicato Jole Santelli. «Fini non è mai stato espulso da nulla». Il problema politico è – sostiene la deputata Pdl Santelli – di capire se gli aderenti a Fli vogliono o meno rispettare l'impegno con gli elettori: programma di governo e sostegno a Berlusconi come Presidente del Consiglio. Ha ragione Della Vedova: il resto sono chiacchiere».

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NUOVA FORZA POLITICA – Nel frattempo, il deputato Fli Fabio Granata annuncia: «A settembre costruiremo attorno a Gianfranco Fini il profilo di una forza politica modernissima ma intrisa di Memoria Storica. Culturalmente consapevole ma popolare. Una forza in grado di progetti lungimiranti all'altezza del modello Italiano». «Le categorie politiche del '900 basate sulla contrapposizione radicale di destra e sinistra – scrive Granata sul prossimo numero de Gli Altri – hanno esaurito la loro funzione. Siamo in una fase di trasformazioni e passaggi. Si tratta di porre le basi di un progetto ambizioso che sappia affrontare la sfida della modernità senza rifugiarsi nel passato delle radici, guardando al futuro che certo è vitale solo se è consapevole della propria storia».

Comunità Italiana

A revista ComunitàItaliana é a mídia nascida em março de 1994 como ligação entre Itália e Brasil.