{mosimage}L'ideatrice del costume per islamiche torna così sul caso della 35enne "respinta" in Francia
MILANO – Piscina vietata a una donna in burqini. Il "no" di un bagnino parigino a Carole, una 35enne di religione musulmana che voleva tuffarsi nella piscina comunale di Emerainville, nella banlieue della capitale francese, è diventato un caso. Soprattutto perché la donna in questione, di fronte al netto rifiuto, è subito andata al vicino commissariato di polizia di Noisiel, per presentare una denuncia, parlando di «problema politico» e di «segregazione». Ora sulla vicenda interviene la creatrice del burqini. Dalla lontana Australia la stilista che ha lanciato cinque anni fa il costume per musulmane, pantalone fino alla caviglia, tunica lunga, cuffia che contiene i capelli e copre collo e spalle, difende la sua creazione. «Se non vi piace l'idea, cercate di approfondire, parliamone, allarghiamo il dibattito» dice la stilista di costumi da bagno Aheda Zanetti, sottolineando che il suo burqini ha permesso a tante musulmane di nuotare e di gareggiare senza essere costrette a mostrare niente altro che faccia, mani e piedi.
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«TANTA GENTE CI APPREZZA» – Titolare del marchio di costumi da bagno «Ahiida», la Zanetti sottolinea quindi che i vari modelli del suo burqini sono stati scelti in tutto il mondo. «Tantissima gente apprezza che ci siamo impuntati, che non abbiamo lasciato correre -aggiunge- Sono scelte, soltanto scelte delle donne, e questo è tutto».
Fonte: www.corriere.it