Sarà il belga Didier Seeuws, assistente di lungo corso dell’ex presidente dell’Ue, Herman Van Rompuy, a guidare la squadra dei Ventisette che negoziera’ con Londra il percorso della Brexit. “Gestira’ lui i negoziati”, ha spiegato Preben Aamann, portavoce dell’attuale presidente, Donald Tusk. Seeuws, che era stato anche portavoce dell’ex preier belga, Guy Verhofstadt, e’ in attesa, per poter cominciare il lavoro, che Londra annunci ufficialmente a Bruxelles la decisione di uscire dall’Ue. Poi avra’ inizio la procedura prevista dall’articolo 50 del Trattato di Lisbona. A indispettire i Ventisette, pero’, e’ stata la scadenza che David Cameron ha posto al proprio mandato e la sottolineatura, da parte del premier britannico, che sara’ il suo successore ad avviare il negoziato. Il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, ha interpretato l’irritazione di molti tra i leader quando ha affermato che “non si puo’ tenere un intero continente in ostaggio” fino al prossimo ottobre, mese in cui scattera’ il ‘leave’ da Downing Street di colui che ha voluto questo referendum per recuperare sul populismo interno, e lo ha perso. L’articolo 50 afferma che “uno Stato Membro che decida di ritirarsi deve notificarlo al Consiglio Europeo”. Quest’ultimo e’ previsto per martedi’ e mercoledi’ prossimi. La notifica spetta allo Stato membro e non puo’ essere richiesta dagli altri Stati membri. Il negoziato deve concludersi entro due anni dalla notifica: in questo periodo si deve arrivare a un accordi di base sul ritiro. A quel punto “i trattati cesseranno di essere applicati a quello Stato”, e la Brexit diverra’ realta’. Il negoziato puo’ anche durare oltre due anni ma solo con il consenso unanime di Londra e delle altre 27 capitali. Separatamente, Ue e Gran Bretagna negozieranno cio’ che l’articolo 50 definisce “le future relazioni”. Non e’ specificato di cosa si tratti ma si tratta di temi che vanno dall’accesso al mercato unico alla libera circolazione delle merci e delle persone, e cosi’ via. Si tratta di negoziati paralleli al primo, e, poiche’ non esiste un precedente, potrebbero intrecciarsi. L’articolo 50 indica poi che un ex Stato Membro puo’ riunirsi agli altri di nuovo nell’Ue ma deve seguire la procedura prevista dall’articolo 49 del Trattato di Lisbona: cominciare, cioe’, da zero, lo stesso modo in cui oggi accade per Turchia, Serbia e Albania. (AGI)