“Ora guardiamo al futuro, Donald Trump è il nostro presidente”. Hillary Clinton pronuncia il discorso della sconfitta tra gli applausi e le lacrime dei suoi sostenitori riuniti nella ballrom dell’hotel New Yorker, riconosce la vittoria del rivale repubblicano e si rivolge “alle ragazze e alle bambine” americane che speravano in una donna alla Casa Bianca per la prima volta nella storia: “Abbiamo bisogno che voi continuiate a lottare”. “Nulla mi ha resa più orgogliosa di essere la vostra paladina – aggiunge – il soffitto di cristallo non si è rotto, ma un giorno qualcuno lo romperà e spero che ciò accada il prima possibile”.
La candidata democratica ritarda parecchio prima di concedersi ai riflettori dopo la notte della sconfitta. Il suo intervento, inizialmente previsto per le 15,30 italiane, viene prima rimandato di un’ora e poi slitta ancora di altri 40 minuti. La sala d’onore dell’hotel New Yorker freme e applaude, la delusione è palpabile, le lacrime dei sostenitori, soprattutto delle donne tra le prime file, rende perfettamente l’immagine della grande delusione dei Democratici, ancora quasi increduli per la batosta arrivata dalle urne.
A salire sul palco, prima della Clinton è Tim Kaine, il candidato vice presidente, che definisce Hillary “una grande donna che ha fatto la storia”. Kaine ricorda che i Democratici hanno vinto il voto popolare, ma la consolazione è magra e l’amarezza vince sull’orgoglio. L’applauso è invece liberatorio e lungo quando Hillary Clinton entra in sala, accompagnata dal marito Bill e dalla figlia Chelsea che salgono sul palco con lei.
Abito nero e scollo viola, viso tirato, l’ex segretaria di Stato riceve l’ovazione dei suoi e dice subito di essersi congratulata con il vincitore, garantendo piena collaborazione istituzionale: “Ho chiamato Donald Trump, gli ho fatto le congratulazioni e mi sono offerta di lavorare con lui, spero che sarà un presidente di successo per tutti gli americani”, dice. “La nostra democrazia prevede un nostro coinvolgimento continuo, non solo ogni quattro anni. Noi dobbiamo proteggere la nostra democrazia e il nostro paese e tutti gli ostacoli che si frappongono tra gli americani e il sogno americano. La nostra responsabilità adesso, come cittadini è continuare a fare la nostra parte per costruire un’America piu’ forte, più giusta e migliore”, aggiunge.
Clinton parla per pochi minuti e si rivolge all’elettorato democratico cercando di sollevare morale e orgoglio. “Voi rappresentate il meglio dell’America ed essere il vostro candidato è stato il piu’ grande onore della mia vita”. “Non è il risultato che speravamo – dice Hillary, visibilmente commossa e spesso interrotta dagli applausi della platea – sono delusa come lo siete voi, la sconfitta fa male e farà male a lungo, ma non smettete di credere che non valga la pena battersi per ciò che è giusto. Ora però dobbiamo accettare il risultato e guardare al futuro, dobbiamo dare a Trump la possibilità di governare, adesso lui è il nostro presidente”.
Clinton ringrazia tutto il suo staff, sottolinea che “la nostra campagna non è mai stata incentrata su una persona ma sul paese che amiamo, un paese che è stato diviso più di quanto pensassimo”. Ma soprattutto ringrazia Barack e Michelle Obama, “abbiamo un enorme debito di gratitudine nei loro confronti”, e chiude con un messaggio di speranza: “I nostri giorni migliori devono ancora venire. Sono grata e onorata di rappresentare tutti voi”. (AGI)