Comunità Italiana

Il fratello della vittima confessa il omicidio dei Parioli

 

Ha confessato il fratello della donna uccisa e fatta a pezzi a Roma nel quartiere dei Parioli. L’uomo era stato fermato questa mattina dopo il ritrovamento ieri sera in un cassonetto di viale Maresciallo Pilsudski delle gambe della vittima. Le sue prime ammissioni avevano portato in mattinata al ritrovamento degli altri resti in contenitori dei rifiuti di via Guido Reni. Secondo indiscrezioni, l’uomo – Maurizio Diotallevi, 62 anni, – avrebbe reso agli investigatori della Squadra mobile della Questura di Roma una serie di indicazioni che equivarrebbero ad una vera e propria ammissione di ogni responsabilità nel delitto e nello scempio del cadavere. All’origine vi sarebbe una questione di interessi, che però al momento non sono ancora ben definiti.

Le gambe mozzate

Due gambe, sezionate all’altezza dell’inguine, all’interno di un cassonetto della spazzatura. E’ l’agghiacciante scoperta fatta intorno alle 20 di ieri sera, in viale Maresciallo Pilsudski a Roma di fronte al galoppatoio, da una giovane che rovistava all’interno del contenitore. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia Scientifica per i rilievi di competenza. Sul caso indaga la Squadra mobile. Viale Pilsudski è la strada che unisce i quartieri Flaminio e Parioli e costeggia l’Auditorium e Villa Glori.

Il fatto avvenuto almeno un giorno prima

Secondo la ricostruzione della Mobile – scrive La Repubblica.it – gli arti (legati da nastro adesivo per pacchi) sarebbero, però stati gettati la notte precedente, a giudicare almeno da un iniziale stato di decomposizione.

Il video dove si vedeva un uomo

Esiste un video, ripreso da una telecamera del palazzo, che ritrae un uomo aggirarsi intorno a quel cassonetto. Gli inquirenti hanno già questa mattina analizzato le immagini. “Secondo quanto si è appreso, il resto del corpo non c’era. Le gambe probabilmente sono state tagliate con un’accetta. Un uomo sarebbe stato visto allontanarsi dal cassonetto nella notte di lunedì. Forse parte della targa della sua auto è risultata leggibile da una prima analisi delle immagini. Un uomo sarebbe stato infatti ripreso da una telecamera di un esercizio commerciale”. 

La svolta in tarda mattinata

Intorno all’ora di pranzo la svolta. Gli agenti hanno rintracciato il fratello della donna, che è stato portato in questura e poi interrogato. Dopo alcune ore la confessione. Ancora dal Messaggero.it: “Lui e la sorella Nicoletta, di 59 anni, avevano problemi economici e vivevano insieme nell’appartamento lasciato in eredità dai genitori. Per sostentarsi, affittavano anche a studenti una stanza dell’appartamento in via Guido Reni 22b. Non è escluso che a far scattare l’ira dell’uomo possa essere stata una richiesta di soldi respinta dalla sorella. Da quanto è emerso infatti i due fratelli litigavano spesso per questioni economiche. Maurizio e Nicoletta si erano riuniti anni fa dopo la morte della mamma. Sulla porta dell’appartamento sono stati apposti i sigilli da parte delle forze dell’ordine”.

Due precedenti simili

Il Corriere della Sera ricorda i precedenti, altri casi simili avvenuti nella capitale. “Nell’agosto del 2015, fu trovata un’altra gamba tagliata di netto, sotto il ginocchio che affiorò dal fiume Aniene sempre a Roma. Sul polpaccio c’erano un paio di tatuaggi: ‘S.S. Lazio’ e ‘Oggi è un bel giorno per morire’. Tracce che portarono, dopo un paio di giorni, all’identificazione dell’arto. Dalle indagini, venne fuori una storia di regolamento di conti collegato al mondo dello spaccio e della droga nella malavita di San Basilio, in cui Gabriele Di Ponto, ultrà della Lazio con precedenti per rapina, ebbe la peggio. Non fu mai ritrovato il resto del corpo. Ma di macabro ritrovamento ce ne è stato anche un altro nell’aprile del 2011. Un camionista si fermò col suo mezzo mentre si trovava in zona Porta Medaglia all’Ardeatino incuriosito da un fagotto notato lungo la strada. Quando si rese conto di quello che aveva trovato, allertò le forze dell’ordine: il busto di una donna con le braccia ma senza gambe e testa. A nulla servì per identificarla, l’anello che portava e lo smalto rosso con dei dadi disegnati. Il giallo della donna mutilata è ancora senza soluzione e il suo assassino a piede libero”. (agi)