{mosimage}Maroni: «Approvare il testo il primo possibile». Franceschini: «Maggioranza tenuta con la forza»
MARONI – Il ddl sicurezza «prima si approva e meglio è. Chiederemo che sia posto in votazione con la fiducia subito, il prima possibile», ha aggiunto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni. «Il testo da votare è quello della commissione, con qualche modifica. Lo valuteremo».
PD: MAGGIORANZA SPACCATA – «Devono tenere la maggioranza con la forza», è stato il commento del segretario del Partito democratico, Dario Franceschini, dopo l'autorizzazione alla fiducia da parte del governo sui ddl sicurezza e intercettazioni. «Se non c'è la fiducia, la maggioranza va immediatamente sotto». Secondo Gianclaudio Bressa, vice presidente dei deputati del Pd, «il problema è la compattezza della maggioranza. Non c`è nessun accordo Pdl-Lega e sono terrorizzati dai voti segreti. Per questo sono costretti a mettere la fiducia».
CAMERA, GOVERNO BATTUTO – Intanto la Camera ha rinviato ancora l’esame e le votazioni sugli emendamenti al ddl sicurezza. Montecitorio ha infatti votato a favore dell’inversione dell’ordine dei lavori, iniziando con la ratifica del trattato di Prum che istituisce la banca dati nazionale del Dna e la cooperazione con le banche dati dei Paesi che hanno aderito al trattato. Durante la ratifica del trattato, la Camera ha bocciato a voto segreto un emendamento, che aveva il sostegno del governo, sui casi di prelievo forzoso del Dna. Il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, ha detto che la decisione dell'assemblea «creerà seri problemi alle indagini» e ha chiesto una sospensione dei lavori dell'aula. «Rimedieremo al Senato», è stato il commento di Maroni che ha lasciato Montecitorio visibilmente seccato dopo la bocciatura dell'emendamento. Marco Reguzzoni, vice capogruppo della Lega, commenta: «I capigruppo del Pd non riescono a coordinare il partito, è una questione loro interna. La Lega ha votato compatta, i malpancisti sono nel sottogoverno del Pdl». I franchi tiratori sono stati sette, si evince dai tabulati di voto. Mancano inoltre circa 90 deputati del Pdl.
AVVENIRE – Ricorrere al voto di fiducia sul disegno di legge sulla sicurezza sarebbe «un grave errore». È quanto sostiene il quotidiano dei vescovi italiani, Avvenire, in un editoriale. Secondo Avvenire, «quest'irrigidimento e quest'accelerazione dell'iter sarebbero un grave errore. In grado di rivaleggiare con quello che si potrebbe considerare il peccato d'origine del ddl. Un sistema di norme che tende a proporre allo straniero immigrato in Italia una sorta di percorso a ostacoli da superare per restare in questo Paese piuttosto che regole chiare verso un'integrazione da ricercare per convenienza e per convinzione».
Fonte: www.corriere.it