A giugno dell’anno scorso il presidente Usa aveva gia’ firmato il cosiddetto Freedom Act, frutto di mesi di faticoso negoziato tra repubblicani e democratici: la legge sostituisce il controverso Patriot Act, voluto da Bush all’indomani dell’11 settembre e che, tra le altre cose, consentiva di intercettare a ‘strascico’ qualunque tipo di comunicazione fra cittadini Usa e stranieri. Con le nuove misure le compagnie telefoniche continueranno a raccogliere i metadati ma questi non saranno girati alle agenzie governative se non su esplicita richiesta del governo, autorizzata dal tribunale. Con il ‘Judicial Redress Act’, firmato mercoledi’ dall’inquilino della Casa Bianca, gli Usa assicurano ai propri alleati gli stessi diritti dei cittadini statunitensi in tema di privacy. Di fatto la legge consente ai cittadini stranieri il diritto di contestare l’uso improprio dei dati personali nei tribunali americani.
Il provvedimento era chiesto come prerequisito ed e’ da considerare come una dimostrazione di disponibilita’ americana nei confronti dell’Unione Europea, che lavora a sostituire il cosiddetto Safe Harbour (accordo tra Ue e Usa che consente alle imprese americane di conservare i dati personali degli utenti europei), bocciato lo scorso autunno dai giudici europei. (AGI)