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Home > Il Lungarno viene giù

Il Lungarno viene giù

25 de maio de 2016 - Por Comunità Italiana

Duecento metri di nastro d’asfalto completamente divelto. è la voragine che si è aperta questa mattina, intorno alle 6,15 sul Lungarno Torrigiani, tra Ponte Vecchio e Ponte alle Grazie, nel pieno centro di Firenze. Per fortuna senza neanche un ferito. Delle oltre 20 auto parcheggiate, alcune sono state state letteralmente inghiottite e sono sprofondate con il muso all’ingiu. Altre sono rimaste inclinate sul manto stradale. L’emergenza acqua di queste ore, in attesa del ripristino, viene sorretta dall’intervento di alcune autobotti. Sul luogo del disastro il sopralluogo del sindaco Nardella e del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti..

A provocare il cedimento, la rottura di una grossa conduttura dell’acqua, lungo la dorsale della riva sinistra dell’acquedotto. Nella stessa area i tecnici di Publiacqua, la societa’ che gestisce l’acquedotto, nel corso della notte erano gia’ intervenuti per un altro guasto. Ma solo poco dopo l’alba la voragine nella zona conosciuta come l’Oltrarno fiorentino, uno dei luoghi piu’ suggestivi della citta’ e tra i piu’visitati da migliaia di turisti ogni giorno. Dalla parte opposta, in modo esattamente speculare ma divisi dal fiume, su Lungarno degli Archibusieri si affaccia la Galleria degli Uffizi e a seguire palazzo Vecchio. Questa mattina i primi febbrili interventi, per lo piu’ con le idrovore per svuotare la voragine dall’acqua. Poi la decisione di far evacuare a scopo precauzionale due palazzi. Alle 7, la visita del primo cittadino. Il sindaco Dario Nardella si è infatti recato sul lungarno per verificare di persona la situazione : “Nessun ferito, ma solo danni: danni pesantissimi” ha detto. Poi l’arrivo e il sopralluogo anche del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti.

Vigili del fuoco, tecnici di Publiacqua e protezione civile sono intanto al lavoro per valutare la portata dei danni e per evitare ulteriori ripercussioni, anche di tipo strutturale, visto che la voragine si è aperta a ridosso di una spalletta del muraglione dell’Arno. In attesa che la situazione si stabilizzi, per fare fronte alle prime emergenze di approvvigionamento idrico Publiacqua comunica – si legge in una nota del Comune di Firenze – che in queste ore sono in corso manovre sull’impianto dell’Anconella che limiteranno l’approvvigionamento idrico in alcune zone della riva sinistra d’Arno. Per limitare al massimo i disagi tre autobotti sono posizionate al Ponte alle Grazie (angolo Lungarno Torrigiani) e all’angolo tra via dei Bardi e Costa dè Magnoli. Sul Lungarno Torrigiani è prevista a breve un’interruzione in via precauzionale dell’erogazione del gas. è intanto riunita l’unita’ di crisi a Palazzo Vecchio per fare il punto della situazione. Il Comune ha attivato anche il servizio alert system per comunicare in tempo reale agli iscritti al servizio l’evolversi della situazione.

“La voragine che si è aperta a Firenze è enorme. A una prima stima si può calcolare uno spostamento di 3-4mila metri cubi di materiale”, spiega Maria Teresa Fagioli, presidente dell’Ordine dei geologi toscani. “I vigili del fuoco hanno confermato che l’incidente è stato provocato dalla perdita di un tubo acquedottistico, cosa non strana perchè i nostri acquedetti sono colabrodi – osserva la geologa – c’è da domandarsi, però, perché ci si sia accorti cosi’ tardi di questa perdita, che evidentemente era in atto da tanto tempo, perché tutto questo materiale non si sposta certo in un giorno, anche se poi il crollo avviene repentinamente. Per fortuna, il muro di argine dell’Arno ha retto molto bene, e inoltre il fiume non era in piena, altrimenti ci sarebbero stati altri problemi”. La geologa esclude in maniera netta che la catastrofe sia colpa dell’Arno “Se fosse così – afferma parlando all’Agi – ci sarebbe da preoccuparsi seriamente, ma i vigili del fuoco questa mattina lo hanno escluso subito”.

“Un tubo dell’acquedotto può provcare un cedimento di questo tipo, ma non è che il crollo è contingente alla rottura: l’acqua deve aver lavorato a lungo per attaccare il substrato e far andare giu’ il manto stradale”, aggiunge all’Agi il geologo Mario Tozzi commentando quanto accaduto a Firenze. Per il geologo, si tratta di casi comuni e “l’acqua ha avuto tempo per lavorare. Non c’entra niente il fiume a quanto ho capito, che oltretutto ha argini artificiali. Nel caso dell’acquedotto si può individuare il problema, magari anche solo attraverso la portata d’acqua che potrebbe via via diminuire. Episodi simili capitano spesso, penso a Roma o Napoli dove sotto è cavo”. Secondo Tozzi, è comunque presto per fare ipotesi e avanzare ragioni, “potrebbe esserci anche una debolezza strutturale, debolezza del terreno, una pecca di costruzione della strada, fratture. Parliamo o di debolezza della costruzione umana o di quella dovuta alla conformazione del luogo, come succede a Roma o Napoli”. (AGI)

Comunità Italiana

A revista ComunitàItaliana é a mídia nascida em março de 1994 como ligação entre Itália e Brasil.