Il ministro Giuliano Poletti non piace agli italiani. E non è solo una sensazione, lo dicono i numeri: secondo un sondaggio Ipsos pubblicato dal Corriere della Sera, Poletti è il meno amato della squadra messa del premier Paolo Gentiloni, promossa solo dal 34% degli italiani, in pratica uno su tre.
Disoccupazione e gaffe bocciano Poletti
Certo, il fatto di essere il titolare di uno dei dicasteri più complessi, quello del Lavoro, non aiuta, ma forse ancor di più Poletti paga caro il prezzo delle sue gaffe, l’ultima delle quali risale a qualche giorno fa. Il rapporto di lavoro è “prima di tutto un rapporto di fiducia” ed “è per questo che lo si trova di più giocando a calcetto che mandando in giro dei curriculum”, ha spiegato il ministro agli studenti dell’Istituto tecnico professionale Manfredi-Tanari di Bologna, scatenando una nuova polemica.
A dicembre, parlando dei cervelli in fuga dall’Italia, disse: “Se 100mila giovani se ne sono andati non è che qui sono rimasti 60 milioni di ‘pistola’. Ci sono persone andate via e che è bene che stiano dove sono perché questo Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi”. Una frase di cui ha dovuto rispondere in Senato.
Non piacciono nemmeno il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e quello dello Sviluppo economico Carlo Calenda, “penalizzati dalla limitata conoscenza dei rispettivi ambiti di competenza”, si legge sul Corriere.
Minniti il più amato dagli italiani
Al primo posto della graduatoria c’è il ministro degli Interni Marco Minniti. Il forte consenso è dovuto soprattutto alle proposte avanzate sul tema dei migranti (ridefinizione dei Cie, accelerazione delle procedure di rimpatrio, lavori socialmente utili e corsi obbligatori di italiano). “A ciò si aggiunge facendo i debiti scongiuri per il futuro, la situazione di sicurezza in Italia, in un momento nel quale l’inquietudine per questo tema insieme a quello dei migranti è significativamente aumentata passando in tre anni dal 10% al 42% nelle priorità degli italiani”. Minniti risulta l’unico ministro “che sfonda presso una parte dell’elettorato dell’opposizione, in particolare tra gli elettori di Forza Italia (52) e della Lega (46)”.
Chiudono il podio il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e quello delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio. Il risultato di Padoan “è tutt’altro che trascurabile tenuto conto del fatto che il dicastero dell’Economia spesso rappresenta un parafulmine sia per le questioni relative alla finanza pubblica (spesa, Fisco, incentivi alla crescita, ecc.) sia ai rapporti con la Ue”, sottolinea il Corriere. Tra i più apprezzati anche Franceschini, a capo del dicastero strategico dei Beni culturali.(AGI)