Comunità Italiana

Il premier haitiano: “Basta polemiche” “Gli americani sono i benvenuti”

{mosimage}Le accuse agli Usa da Bolivia e Venezuela: "Vogliono occupare militarmente l'isola"
L'Onu: "Forse non riusciremo mai a sapere quante persone sono morte lì sotto"

 

ROMA – Gli americani sono i benvenuti ad Haiti. Lo ha detto alla radio francese Rtl il primo ministro haitiano, Jean-Max Bellerive, intervenuto per sedare le polemiche sul dispiegamento militare statunitense ad Haiti dopo il sisma. E mentre l'Onu conta i suoi morti e ammette la straordinarietà di questa emergenza, il premier haitiano lancia un appello: "Basta con le polemiche, gli aiuti sono necessari".

La polemica politica. In questi giorni, infatti, alcuni paesi – Venezuela e Bolivia in testa – hanno accusato gli Stati Uniti di "arroganza" e "occupazione militare" nei confronti di Haiti. Durissimo, ad esempio, è stato il commento del presidente venezuelano Hugo Chavez, secondo il quale dietro "l'eccessivo dispiegamento militare degli Usa" ci sarebbe la volontà del paese di "impadronirsi di Haiti, dei suoi cadaveri e delle lacrime della gente''.

Parole che sono state respinte dalle autorità haitiane: "E' chiaro che gli americani sono qui su nostra richiesta – ha detto il premier Bellerive – e che sono venuti per assisterci nei nostri bisogni umanitari o di sicurezza, per esempio nel trasporto di fondi". Haiti non è "sotto tutela statunitense", ha precisato il presidente René Preval, intervistato dal quotidiano Liberation.

Ancora il primo ministro: "Tutti sono d'accordo nel dire che l'aiuto dei diversi eserciti, in un quadro controllato e concertato, e nell'ambito di un dialogo, è il benvenuto ad Haiti". E la mobilitazione degli Stati Uniti, in effetti, è stata notevole. La Casa Bianca ha previsto di inviare 4.000 soldati supplementari sull'isola, portando a 15.000 i suoi effettivi coinvolti in operazioni di soccorso.

Onu, "Difficile bilancio finale". E che non sia tempo di polemiche lo suggeriscono anche le Nazioni Unite, che ammettono una triste possibilità: il bilancio finale del terremoto potrebbe non sapersi mai, il sisma è stato troppo devastante. Mercoledì le autorità haitiane hanno detto che le vittime sono state tra le 100 mila e le 150 mila e che oltre 70mila salme sono già state sepolte. Ma secondo l'Onu tali cifre sono semplicemente delle ipotesi. Il conteggio è reso complicato dal totale collasso delle istituzioni di governo e dal fatto che molte persone si trovano ancora sotto le case, gli alberghi, gli edifici pubblici crollati.

Vittime Onu. Non è chiaro neanche il bilancio delle vittime della missione Onu ad Haiti. Nel timore di errori e volendo prima avvisare le famiglie, per giorni le Nazioni Unite sono state estremamente caute nel fornire i dati, lasciando il compito ai governi nazionali. Domenica l'Onu ha parlato di quasi 650 dispersi tra il personale civile, conteggio che è sceso a 296 mercoledì: la ragione, ha spiegato Nick Birnback, portavoce del dipartimento di peacekeeping delle Nazioni Unite, è che la gran parte dei dispersi erano haitiani, che dopo il terremoto hanno lasciato gli edifici e sono tornati a casa, senza più riuscire a contattare l'organizzazione. Al momento, invece, le Nazioni Unite hanno confermato il decesso di 46 dipendenti, tra cui almeno 35 peacekeeper e funzionari stranieri. Ma si tratta di un numero destinato a crescere almeno fino a 70: il bilancio più tragico nella storia  delle Nazioni Unite.

Fonte: www.repubblica.it