Comunità Italiana

Il premier: «Più mi attaccano, più resisto»

«Ruby? Segnalai una persona per l'affidamento. Ma 
non credo che la telefonata sia partita da Palazzo Chigi»

MILANO – «Non ho mai fatto interventi di un certo tipo: ho semplicemente segnalato che c'era una persona che si proponeva per l'affidamento. Tutto qui». Silvio Berlusconi rientra tardi in albergo. Dopo il vertice di Acerra sull'emergenza rifiuti, il premier è a Bruxelles per il Consiglio Europeo. I giornalisti lo attendono fin dopo mezzanotte e alla fine riescono a strappargli qualche altra dichiarazione sulla "vicenda Ruby", la giovane marocchina che ha raccontato di aver partecipato ad alcune feste ad Arcore. In mattinata il premier aveva parlato di «spazzatura mediatica». Adesso, i cronisti domandano al presidente del Consiglio se davvero – come ha raccontato l'ex questore di Milano, Vincenzo Indolfi – ci sia stata una telefonata di Palazzo Chigi alla Questura per far rilasciare la ragazza. «Non credo assolutamente attraverso Palazzo Chigi. C'è solo stata una telefonata per trovare qualcuno che potesse rendersi disponibile all'affidamento per una persona che ci aveva fatto a tutti molta pena – aggiunge il premier – perché aveva raccontato a tutti una storia drammatica a cui noi avevamo dato credito. Tutto qui». 

«ATTACCHI CONTRO DI ME» – «Per il resto – aggiunge il premier – vedo che c'è un'abitudine della sinistra a fare attacchi. Ho saputo che hanno un motto ben preciso da seguire, che fa 'un attacco al giorno leva Berlusconi di torno'. Temo che saranno delusi. Oggi ne ho ricevuti due di attacchi e quindi il motto diventa 'due attacchi al dì mi faranno restare… sempre lì'». Nonostante l'ora tarda e la delicatezza della questione, c'è spazio anche per lo scambio di battute nel corso del quale lo stesso presidente del Consiglio pronuncia quello che si annuncia ormai come un vero e proprio 'tormentone'. All'inviata del Tg3 – cui Berlusconi dice «mi sarei aspettato di ascoltare da lei il motto», ricevendo in cambio un altrettanto ironico «quale, 'bunga-bunga'?» – Berlusconi replica: «No, 'bunga-bunga' è una cosa seria. Intendiamoci, è una cosa seria. Il motto, invece, è forse meno serio e resteranno delusi». La mattina, uscendo dall'hotel che lo ospita poco prima di recarsi alla seconda giornata dei lavori del Consiglio europeo, il Cavaliere assicura: «Se sono tranquillo? Sì, assolutamente. Sì, certo, altro che…».

 

LA TELEFONATA – La telefonata ricevuta dai funzionari della Questura di Milano è uno degli elementi 'cardine' su cui sta indagando la Procura di Milano, oltre agli aspetti di favoreggiamento della prostituzione, in relazione alla vicenda della minorenne che ha raccontato di aver partecipato alle feste del premier nella villa di Arcore. Dalla Questura, però, si fa sapere che non c'è stato alcun privilegio o trattamento preferenziale per la ragazza dopo la telefonata della Presidenza del Consiglio. Nei confronti della giovane, precisano dalla Questura, sono stati comunque eseguiti tutti gli adempimenti previsti dalla legge, d'intesa con il Tribunale dei Minori. Ruby venne portata negli uffici della Polizia alle ore 20, dopo la denuncia di una sua coinquilina che l'accusava di averle rubato tremila euro, e rimase là fino alle due di notte. Quindi, in mancanza di posto in comunità di accoglienza, d'accordo con il Tribunale dei Minori, si precisa ancora, venne affidata ad una persona che si era offerta di prendersene cura: Nicole Minetti, l'igienista dentale di Berlusconi diventata consigliere regionale in Lombardia. Nel frattempo gli inquirenti milanesi, attraverso il procuratore della Repubblica, Edmondo Bruti Liberati, ribadiscono che «il premier non è indagato». 

LA RAGAZZA – Intanto, parla anche Ruby. Dopo i primi commenti sulla vicenda pubblicati sul profilo di Facebook, la ragazza afferma che la verità è stata «manipolata» perché – dichiara a La Stampa – «io sono stata a casa del premier solo una volta, ma lui pensava che fossi una 24enne. Appena ha scoperto che io ero minorenne non ha più voluto rivedermi». Quanto a Lele Mora, «gli voglio un bene dell'anima, quando ha saputo la mia età ha cercato di aiutarmi e di adottarmi.Questa è la verità dei fatti». E Fede? «L'ho visto una sola volta a casa del premier» e quella volta «non ho partecipato al bunga bunga».

 

GLI INDAGATI – L'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Pietro Forno e dal pm Antonio Sangermano, vede indagati al momento proprio il direttore del Tg4, Emilio Fede, e l'agente dei vip Lele Mora. Si sarebbero adoperati, secondo l'accusa, nell'organizzazione di feste 'a luci rosse', anche nella residenza del premier ad Arcore. Il favoreggiamento della prostituzione, dunque, è un tema centrale di indagine, al quale si affiancano gli accertamenti sulla telefonata Palazzo Chigi-Questura. Emilio Fede spiega di non aver nulla a che fare con ciò che gli contestano i magistrati: «Nulla è più lontano da me dall'idea dell'incitamento o dello sfruttamento della prostituzione». E su Ruby dice: «Credo di avere conosciuto quella ragazza a qualche cena a casa di Berlusconi, ma non l'ho presentata io nè a Lele Mora, nè al presidente del Consiglio». Lele Mora, dal canto suo, preferisce il silenzio («non ho nulla da dire»). Nicole Minetti, invece, ha voluto chiarire che con la signorina Ruby «non ho rapporti di amicizia né l'ho mai ospitata in casa mia». 

LE REAZIONI POLITICHE – Sul caso Ruby però si scatena intanto una vera e propria bufera politica. Secondo il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, Berlusconi «dovrebbe andarsene». «Il governo stacchi la spina» dice il leader democratico. Massimo D'Alemapreme per un intervento del Vaticano: «Se non ora, quando?». Dal Senato il vice presidente dei democratici Luigi Zanda chiede che l'esecutivo «chiarisca in Parlamento. «Sulle cronache – sottolinea – si legge che la minorenne sarebbe stata fermata a Milano dalla polizia e condotta in Questura perché coinvolta in un'indagine su un furto e la Questura sarebbe stata indotta a favorirne il rilascio immediato senza nemmeno identificarla a seguito di ripetute, pressanti sollecitazioni della presidenza del Consiglio dei ministri». Il capogruppo alla Camera dell'Idv, Massimo Donadi, annuncia invece le prossime mosse del suo partito: «Italia dei Valori al prossimo question time interpellerà il ministro dell'Interno Maroni in merito alla telefonata arrivata alla questura di Milano. Dall'esito delle risposte, l'Idv valuterà se presentare una mozione di sfiducia nei confronti del presidente del consiglio». Il Pdl invece difende Berlusconi. «Non c'è nessun scandalo e nessuna preoccupazione da parte del governo» dichiara il ministro della Difesa e coordinatore nazionale del Pdl, Ignazio La RussaCarmelo Briguglio, Fli, afferma che «la vicenda è squallida in sé e non intendo commentarla perché non può diventare un fatto politico di primo piano. Per quanto riguarda invece una questione di sicurezza intorno al premier – aggiunge – ricordo che io l'avevo sollevata quando era emersa la vicenda delle fotografie a Villa Certosa. Qualora, in merito a quest'ultimo episodio, dovessero emergere elementi, si farà al Copasir una discussione che avrà una rilevanza seria».

Fonte: www.corriere.it