Comunità Italiana

Il presidente della Juve condannato a un anno per i rapporti con gli ultrà

 

La procura guidata da Giuseppe Pecoraro aveva chiesto due anni e mezzo per il presidente bianconero e due partite a porte chiuse per la squadra (rigettate)

n anno di inibizione per il presidente della Juventus Andrea Agnelli e un’ammenda da 20.000 euro, di 300 mila euro quella per il club bianconero. È la decisione del tribunale federale nel processo sportivo per i legami tra la dirigenza bianconera e il mondo degli ultrà. Rigettata la richiesta della procura di due turni a porte chiuse e uno senza i tifosi nella Scirea per la società. L’accusa aveva anche richiesto 30 mesi di inibizione per il presidente.

Le richieste

Il procuratore federale Giuseppe Pecoraro aveva chiesto due anni e mezzo di inibizione, appunto, più un’ammenda di 50 mila euro. Il processo sportivo a carico del presidente della Juventus e di altri due dirigenti tesserati, Alessandro D’Angelo e Stefano Merulla, oltre a Francesco Calvo, ex capo marketing dei bianconeri e ora al Barcellona, riguardava i rapporti con gli ultrà. Pecoraro chiedeva inoltre che le sanzioni fossero estese anche in ambito Uefa e Fifa, oltre alle sanzioni per la società.

Bagarinaggio e ultrà

Agnelli, secondo l’accusa, avrebbe favorito il bagarinaggio, partecipando a diversi incontri in violazione dell’articolo 12 del codice di giustizia sportiva. Le richieste, secondo lo 007 federale, erano in relazione alla durata (5 anni) della violazione.

Le altre condanne

Queste le sentenze per quanto riguarda gli altri imputati: per Francesco Calvo 1 anno di inibizione e 20 mila euro di ammenda; per Stefano Marulla 1 anno di inibizione e 20 mila euro di ammenda; per Alessandro Nicola D’Angelo la decisione è di 1 anno e 3 mesi di inibizione e 20 mila euro di ammenda.