Comunità Italiana

Il rottamatore di Ponte Vecchio

Riuscirà Matteo Renzi a unificare la sinistra italiana?

E arrivò il messia. Matteo Renzi, sindaco di Firenze, ha stravinto le elezioni per la segreteria del Partito Democratico. Domenica 15 dicembre è stato nominato segretario del partito. Renzi piace alla gente. Piace la sua prontezza, la sua spontaneità calcolata, piace per quello che dice e per come lo dice. È un ottimo comunicatore. Ne abbiamo avuti altri che sono piaciuti, che hanno deluso e continuano a deludere. Molti temono che anche Renzi non potrà fare ciò che dice di voler fare. Temono cioè che Renzi diventi un politico come gli altri, quelli cioè che gli italiani non riescono più a sopportare. Lo chiamano il “rottamatore”. Il termine non è il top dell’eleganza,ma ci sta bene perché è giunto il momento che la “pannolone generation” dei vari D’Alema, Bindi, Veltroni, Bersani, Finocchiaro e coetanei, corresponsabili, collusi o come minimo inerti di fronte al declino italico, siano rottamati, lascino cioè le loro comode poltrone, ignoratio indotti al classico “passo indietro”, lasciando ai giovani la possibilità di giocarsi il futuro. Non deve essere facile rottamare le cariatidi, e noi italo-paulistani lo sappiamo. Feroci resistenze trapelano dalle news, ma Renzi sembra riuscirci, ed è un grande risultato. Se ce la farà, se cioèi vecchietti non costituiranno movimenti antagonisti personali per non mollare l’osso, sarà la prima volta dopo anni che la sinistra italiana si presenterà unita. Il merito sarà di tutti, anche dei rottamati, ma sarà riconosciuto soprattutto a Renzi. L’Italia ha bisogno di una sinistra unita, al governo o all’opposizione.
L’avversario più agguerrito nella corsa alla segreteria era Cuperlo. Per quanto visto sui media, Cuperlo è un intellettuale ortodosso nel suo credo. Ha il carisma di un palo. Sembra legato alla sinistra storica, che sa di comunismo sorpassato. Sarà un buon presidente del PD. Renzi è molto più aperto, ed è l’unico che ha i numeri perfar vincere il partito. Ha capito che l’Italia non ama l’ortodossia post-comunista. Per lui l’importante è vincere e sa che l’italiano medio, piaccia o no, non va tanto a sinistra, come dimostrano le valanghe di voti che ricevono Berlusconi e Grillo. Renzi vuole guadagnare parte di questi voti e sommarli a quelli chela sinistra sembra volergli dare. Se ce la farà il PD vincerà le prossime elezioni.
Renzi vuole dare agli italiani l’immagine del rinnovatore dissacrante, iperattivo e iperefficiente. Ha prontamente nominato dodici collaboratori giovanissimi, i suoi dodici apostoli, convoca la segreteria alle sette del mattino, va in giro a piedi senza scorta, mangia un panino in ufficio, va al Quirinale in abito grigio (orrore!), ostenta distacco dai riti abituali del mondo politico. Si legge che come sindaco di Firenze abbia amministrato bene. È ovvio che un politico con queste credenziali piaccia a molti egeneri invidie e sarcasmi. Il punto è: il vero Renzi è quello che appare oggi nei media oppure non lo conosciamo ancora? Si ha la sensazione che vi siano forzature nello show di attivismo al quale assistiamo ogni giorno. Il neo-segretario detta infatti l’agenda del governo, ben sapendo che il premier Letta, compagno di partito, non governa da solo, deve fare i conti con l’alleato Alfano e certe cose non le può fare. Non si può però negare che lo stimolo dato da Renzi serva. Alcuni problemi che ammuffivano nei cassetti dei ministri o dei senatori sono diventati attuali, urgenti e stanno per essere affrontati e, chissà, risolti. Realtà o polverone? Renzi sta scommettendo la sua carriera politica correndo grossi rischi. Dice con parole chiare ciò che il governo dovrebbe fare, o meglio, ciò che lui farà se e quando sarà premier. Ma vi sono cose che molti non vogliono, tant’è che finora non sono state fatte. Esempio: per ridurre il numero dei parlamentari bisogna modificare la Costituzione. Per farlo, è necessario un accordo con le opposizioni che, per definizione, non sono d’accordo su nulla. Il rischio quindi è che Renzi non possa fare ciò che dichiara di voler fare. Purtroppo la via dell’inferno è lastricata di buone intenzioni e noi non abbiamo bisogno di altre promesse non mantenute. C’è chi lo dipinge simile al Berlusconi degli anni ‘90; tocchiamo tutti gli amuleti che abbiamo a portata di mano.Non deluderci anche tu, Matteo.