{mosimage}Di fronte ai flussi migratori seguiti alla primavera araba, i leader dell'Ue "devono dimostrare di essere seri" e smettere di essere ostaggi del populismo. E' il monito contenuto in una lettera della Commissaria per gli affari interni, Cecilia Malmstrom, alla vigilia del vertice europeo.
La Commissaria ha denunciato "una xenofobia in crescita" e che "negli ultimi anni assistiamo ad un sostegno crescente per i movimenti populisti ed i partiti politici di estrema destra". Nella sua dichiarazione rivolta ai 27 leader, ha scritto che "tutti" sono "pronti a condannare" le violenze in Libia, Siria o Costa d'Avorio e "a felicitarsi" per i cambiamenti in Africa del Nord. "Ma quando si tratta di affrontare le conseguenze" e "gestire l'arrivo di uomini, donne e bambini" tutti diventano "reticenti". Alla Commissaria bastano pochi numeri per essere efficace: finora "appena 15.000 persone, su oltre un milione fuggito dalle violenze in Libia, sono entrate nella Ue". E, peggio: "Tutti insieme, gli stati membri hanno inizialmente dichiarato di essere pronti a fornire protezione a 800 di loro", ma ora "solo la Norvegia ha accettato di prendere più di 300". La Commissaria poi si appella a tutti i capi di stato e di governo affinché "confermino che abbiamo bisogno di costruire relazioni funzionali e durevoli con i paesi del Mediterraneo meridionale per quanto riguarda mobilità e sicurezza". E quindi arrivi il sostegno per il nuovo regime d'asilo comune europeo, che dovrebbe entrare in vigore nel 2012, ma per il quale "le trattative con in stallo tra il Parlamento europeo e gli Stati" i quali da una parte "temono che le nuove regole comuni siano complicate e costose" e dall'altra "devono gestire la pressione che viene dai movimenti di estrema destra". "Ho fiducia – conclude la Malmstrom – che i primi ministri ed i presidenti vogliano dar prova di 'leadership' in questi momenti difficili per difendere i valori della solidarietà, della tolleranza e del rispetto che ormai vengono contestati in molti paesi d'Europa".
ITALIA A STRASBURGO, NON VIOLATI DIRITTI – L'Italia non ha violato i diritti di 11 somali e 13 eritrei raccolti da navi militari in acque maltesi e poi riportati in Libia. E' quanto hanno affermato i legali del governo italiano, stamani, davanti alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo nel corso di un'udienza. La vicenda all'esame dei giudici, oggetto di un ricorso, risale al maggio 2009. "La Libia era un posto sicuro per queste persone dove potevano esercitare i loro diritti, compreso quello di richiedere la protezione internazionale", ha affermato l'avvocato dello Stato Giuseppe Albenzio. Il legale ha fatto riferimento all'accordo firmato dall'Italia con la Libia il 4 febbraio 2009 e che ora le autorità italiane stanno rinegoziando con il governo transitorio libico.
Fonte: Ansa