Comunità Italiana

Inchiesta di Trani, interviene Napolitano: «Rispettare le indagini e gli ispettori»

Mancino: legittima la decisione di Alfano, nessuno però interferisca. I legali di Berlusconi: trasferire atti a Roma

{mosimage}ROMA – Giorgio Napolitano cerca di placare le polemiche legate all'inchiesta di Trani e alla decisione del ministero della Giustizia di inviare gli ispettori in procura. Secondo il presidente della Repubblica, vanno «rispettate (in tutti i casi, compreso quello oggi all'attenzione dell'opinione pubblica) l'autonomia delle indagini e l'autonomia degli interventi ispettivi disposti dal Ministro della Giustizia nei limiti dei suoi poteri». «È altamente auspicabile – prosegue il Capo dello Stato – che in un periodo di particolari tensioni politiche qual è quello della campagna per le elezioni regionali, si evitino drammatizzazioni e contrapposizioni, come sempre fuorvianti, sul piano istituzionale». Una posizione, quella di Napolitano, che ricalca in gran parte le parole di Nicola Mancino. Poco prima, infatti, il vicepresidente del Csm aveva diffuso una nota per spiegare che l'ispezione alla procura di Trani «è legittima», ma non può e non deve interferire con le indagini. Affermazioni, quelle di Napolitano e Mancino, che arrivano nel pieno dello scontro istituzionale tra Alfano e il Csm, con il ministro della Giustizia che aveva parlato di «Costituzione violata». Al centro della polemica c'è la decisione dell'organo di autogoverno della magistratura di aprire una pratica sulla scelta del Guardasigilli di inviare gli ispettori alla procura di Trani (quella, cioè, che si sta occupando delle presunte pressioni del premier, Silvio Berlusconi, per bloccare Annozero: il capo del governo è indagato per concussione e minacce).

LA NOTA – «Il Comitato di presidenza del Csm non ha messo in discussione la legittima facoltà del ministro di inviare ispettori» sottolinea Mancino, ma «ha anche precisato che nessuna ispezione può interferire nelle indagini giudiziarie». Il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura spiega in una nota le ragioni per le quali la pratica sull'ispezione è stata affidata alla VI Commissione del Csm: «Abbiamo scelto la VI Commissione consiliare e non la I, come pure era stato richiesto, proprio per evitare di dare l'impressione di prendere posizione a tutela dei magistrati di Trani e contro gli ispettori ministeriali. Allo stato perciò – sottolinea Mancino – non siamo di fronte ad una pratica a tutela aperta in seguito ad una presunta ma inesistente lite contro gli ispettori».

ALFANO – Poco dopo torna a parlare anche Alfano. Sulla vicenda dell'inchiesta di Trani, ribadisce il ministro, il Csm ha commesso «uno scivolone clamoroso che è sotto gli occhi di tutti» e «non voglio neanche immaginare cosa sarebbe questo Csm senza la presidenza di Napolitano». «Il presidente della Repubblica si è ancora una volta confermato il più alto presidio di equilibrio e buon senso nella realtà delicata che stiamo vivendo», aggiunge Alfano. «È sotto gli occhi di tutti lo scivolone clamoroso preso da questo Csm – afferma il ministro – che si è fatto governare da alcuni capicorrente in campagna elettorale aprendo un aperto conflitto con il buon senso e a tratti con il senso del ridicolo». Poi, la stoccata: «Dal Csm non accetterò più pareri sulle iniziative legislative del governo che io non richieda specificamente». E se tali pareri dovessero essere emessi? «Il postino sarà rimandato indietro a restituirli a palazzo dei Marescialli».

L'AUDIZIONE – Intanto, il procuratore della Procura di Trani, Carlo Maria Capristo, fa sapere che l'audizione di martedì con gli ispettori del ministero si è svolta in un clima di «leale collaborazione». «Leale – ha spiegato visibilmente irritato il procuratore – significa rispetto delle regole da parte di tutti». I cronisti hanno anche avvicinato al suo arrivo il pm titolare dell'inchiesta Michele Ruggiero, il quale ha ribadito come agli 007 inviati da Roma non sia stato dato alcun documento dell'inchiesta. «Tutto quello che gli indagati non possono conoscere, non lo possono conoscere nemmeno gli ispettori, questo è il segreto investigativo che vale sia per gli indagati che per gli ispettori».

GLI AVVOCATI – I legali del premier Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini e Filiberto Palumbo, sono nel frattempo arrivati a a Trani per incontrare i magistrati che coordinano l'indagine. Come previsto, i due avvocati hanno chiesto di trasferire a Roma per competenza gli atti dell'inchiesta. 

 
Fonte: www.corriere.it