Le manifatturiere innovative salveranno le città. Le imprese che hanno puntato sulla ricerca e hanno intrapreso la svolta digitale ripopolano le aree metropolitane ‘desertificate’ dalla crisi e dalla delocalizzazione e sono una grande chance di riqualificazione. Da rapporto ‘Dallo smontaggio della città-fabbrica alla nuova manifattura urbana’, elaborato dal Censis e commissionato dalla fondazione Make in Italy, emerge che “il settore manifatturiero non potrà forse tornare ad avere l’importanza che aveva un tempo all’interno delle città”, ma “contribuisce all’offerta di posti di lavoro qualificati”. A guidare la trasformazione sono le città del nord con solo Napoli e Catania a brillare da Roma in giù.
“Riportare in città la manifattura a basso impatto, mantenere la capacità di produrre prodotti fisici (non limitandosi a essere delle piazze di consumo) è una delle chiavi perche’ le citta’ rimangano a lungo leader nel campo dell’innovazione” si legge ancora nel rapporto. Ma il ritorno delle fabbriche non è destinato a incidere solo sull’occupazione: l’arrivo di imprese di piccole dimensioni consente di riqualificare i centri urbani. “La produttività e la competitività delle imprese non è data solo dall’innovazione dei macchinari, ma anche dalla presenza di figure specializzate: un tema importante se si considera che negli ultimi anni la recessione economica ha prodotto fenomeni di parziale desertificazione di alcune zone urbane, in cui si è ridotta la presenza di attività commerciali, artigianali e di servizio”, osserva il Censis.
In sostanza, cambia il rapporto tra produzione e città che conosce una fase nuova perchè nessun altyro luogo più di una metropoli è stimolante per la creatività aziendale. “L’ambiente urbano è favorevole alla produzione di idee e contenuti nuovi, capace di intercettare e interpretare le tendenze di cambiamento della società” scrive il rapporto, perchè è “ricco di risorse umane qualificate, aggiornate e specializzate nei più diversi campi ed è in grado di garantire una forte apertura alla dimensione internazionale”. La scommessa, per il Censis, è sull’autoimprenditorialità e le micro imprese per “facilitare lo sviluppo e il consolidamento di un nuovo ciclo produttivo urbano”. (AGI)