{mosimage}Avanti a oltranza la protesta dei dipendenti dell'azienda. Silvano Genta convoca una conferenza, poi annullata
SITUAZIONE BLOCCATA – Durante la notte, trascorsa sulla gru, gli operai hanno parlato più volte con i loro colleghi che presidiano la fabbrica, dicendo che stanno bene e di essere determinati ad andare avanti. Sono dentro la cabina guida, a dieci metri d'altezza, e sono sorvegliati da poliziotti e vigili del fuoco. Intanto le operazioni di smontaggio dei macchinari sospesi restano sospese. Una situazione in cui non si vedono per il momento vie d'uscita, tanto che la Fiom-Cgil ha inviato una lettera alla presidenza del Consiglio per chiedere l'intervento diretto del premier Berlusconi, dopo aver respinto la proposta della Prefettura di una sospensione temporanea dei lavori. Stamani il questore di Milano è entrato nel capannone per sincerarsi della situazione, ma da Palazzo Chigi nessuna notizia.
FIOM: «NON CI FANNO ENTRARE» – «Non abbiamo ancora ricevuto alcuna risposta dal presidente del consiglio Berlusconi alla lettera inviata da Epifani e Rinaldini e dunque nelle prossime ore la solleciteremo, anche con telefonate dirette» dice il segretario milanese della Fiom Maria Sciancati in merito alla richiesta di convocazione di un tavolo per trovare una soluzione industriale. Anzi, aggiunge, «sembra che la nostra richiesta ci abbia creato dei problemi, perché le forze dell'ordine non ci fanno più entrare per verificare le condizioni degli operai sulla gru, come era successo martedì». Il sindacato chiede «una soluzione veloce», anche perché «le condizioni ambientali sulla gru sono difficili, visto il caldo». Ma i lavoratori «hanno una volontà di ferro e l'hanno già dimostrato in questi mesi». Un intervento di Berlusconi è auspicato anche dall'Italia dei Valori: «Il governo nazionale deve intervenire con decisione e trovare una soluzione per la Innse – dice l'eurodeputata Sonia Alfano -. Non si possono lasciare i lavoratori soli nelle mani di pseudo imprenditori senza scrupoli che, in nome di un immediato profitto, giocano con la vita degli operai e delle loro famiglie».
«ASPETTIAMO RISPOSTE» – «Siamo consapevoli del nostro gesto e delle conseguenze e chiediamo che si sbrighino a darci risposte» dice Roberto Giudici, il funzionario Fiom salito sulla gru. I quattro operai hanno lanciato anche un messaggio al proprietario della Innse, l'imprenditore Silvano Genta: «Queste macchine non usciranno di qua, le proposte a lui le abbiamo fatte subito dopo i licenziamenti». Proprio stamani l'imprenditore aveva convocato una conferenza stampa, che è poi saltata adducendo motivi di opportunità e di sicurezza. Davanti alla Prefettura, dove era in programma l'incontro, si sono radunati una decina di operai della Innse per contestare Genta. I sindacalisti della Fiom hanno portato lo striscione «Giù le mani dalla Innse», tenendo un comizio in strada.
IL GIALLO DELLA CONFERENZA – In un momento delicato e drammatico per la vicenda dell’azienda metalmeccanica Innse Press, si è dunque assistito a una farsa. Alle 9.40 una nota inviata alle redazioni segnalava che alle 10, in corso Monforte (via dove ha sede la Prefettura), sarebbe stata tenuta una «conferenza stampa pubblica degli imprenditori coinvolti nel caso Innse». Sul posto sono arrivati i cronisti, la polizia, i carabinieri e una decina di operai della fabbrica di via Rubattino accompagnati dalla segretaria della Fiom Maria Sciancati. Intorno alle 11.10 l'avvocato Gianbattista Lomartire, legale di Genta, ha spiegato che «la conferenza stampa è stata rinviata a data e luogo da destinarsi per motivi di sicurezza e di opportunità». Nel frattempo la Prefettura aveva fatto sapere che nei suoi uffici non era in programma alcun incontro. Ora si aspetta un intervento della presidenza del Consiglio, investita ufficialmente della questione, per risolvere una situazione sempre più disperata.
Fonte: www.corriere.it