“Ieri mi hanno uccisa… ma peggio della morte è stata l’umiliazione che è venuta dopo. Come eri vestita? Perché viaggiavi da sola?”. E’ la drammatica denuncia di una studentessa paraguaiana che su Facebook, in prima persona, ha raccontato il barbaro omicidio di due turiste argentine in Ecuador. Il suo post è stato condiviso da oltre 700mila persone in tutto il mondo e su Twitter è partita la campagna #Viajosola (viaggio sola).
“Nessuno si è chiesto dove sia finito quel figlio di puttana che si è preso i miei sogni, le mie speranze, la mia vita. No, hanno iniziato a farmi domande inutili. A me, ve lo immaginate? Una morta, che non può rispondere, che non può difendersi. Come eri vestita? Perché eri sola? Come fa una donna a viaggiare senza compagnia? Sei andata in un quartiere pericoloso, cosa ti aspettavi?”, scrive Guadalupe Agosta, come se a parlare fossero Marina Menegazzo e Maria Jose’ Coni, le due ragazze uccise il 23 febbraio da un uomo che si era offerto di ospitarle. Nel suo post la studentessa punta il dito contro coloro che vorrebbero le donne “sottomesse, chiuse in casa”, contro coloro che le accusano di “provocare”, di essere loro le colpevoli perché “indossano i pantaloncini con 40 gradi”, perché “se viaggi da sola sei una pazza e te la vai a cercare”.
Il caso di Marina e Maria ricorda quello di Pippa Bacca, la donna uccisa a Gebze, in Turchia, da un uomo che le aveva dato un passaggio. Bacca stava realizzando la performance itinerante ‘Spose in viaggio’: avrebbe voluto attraversare in autostop 11 Paesi teatro di conflitti, vestendo un abito da sposa, per promuovere la pace e la fiducia nel prossimo. Il 31 marzo 2008 fu violentata e uccisa. (AGI)