Ancora nessuna prova o certezza, ma “di certo quelli dell’Isis stanno vendendo ovunque qualsiasi cosa. è un business, non ha importanza a chi si venda. C’è il rischio che possa entrare in affari con le mafie. Del resto, non dimentichiamo che all’epoca degli attentati di Al Qaeda in Spagna era emerso che gli attentati furono fatti vendendo hashish (quindi procurarsi denaro, ndr) anche alla camorra napoletana”.
Lo ha detto Roberto Saviano all’AGI a margine della conferenza stampa al Teatro dell’Opera di Roma per la presentazione – con anteprima dei primi due episodi – della seconda stagione de ‘Gomorra – La serie’ in onda da domani su Sky Atlantic Hd e Sky Cinema HD in contemporanea su altri quattro Paesi europei oltre che in Italia. Per Saviano, “i contatti possono sempre avvenire, di tipo economico, armi, droga”.
Sempre a proposito di terrorismo, secondo il giornalista e scrittore napoletano non è da escludere che la forte attenzione delle forze di sicurezza e dell’intelligence su questo fronte finisca in qualche modo per favorire le mafie: “Se da un lato l’irrigidimento mette in difficoltà la criminalità in genere, dall’altro il focus esclusivo sul terrorismo lascia campo libero alla mafia, che diventa un problema secondario, molto meno urgente”.
Saviano sottolinea anche che in passato quando i terroristi agivano in un contesto a diffusione criminalità comune, finivano con l’attirare le forze di polizia su quel territorio, e così finendo con il determinare un freno agli affari illegali. E cita una frase attribuita a Raffaele Cutolo e riportata nel libro ‘Il camorrista’ di Giò Marrazzo riferita a un sequestro di persona fatto dalle Brigate Rosse a Napoli: ‘Sono venuti a fare la rivoluzione a casa mia’, per dire appunto del fastidio della criminalità organizzata per quella ‘presenzà che risultava ingombrante e fastidiosa per il business. (AGI)