Comunità Italiana

Jobs act, possibile fiducia alla Camera Alta tensione nel Pd

Resta teso il clima nel Pd dopo la direzione di ieri sera. La minoranza è sulle barricate e chiede modifiche sostanziali al Jobs act sul quale in commissione pesano 550 emendamenti. Ma il responsabile economico del partito, Filippo Taddei, manda un monito alla sinistra Dem e ribadisce la linea del premier: il voto di fiducia sul provvedimento alla Camera “è una concreta possibilità ed è l’orientamento del Presidente del Consiglio. Il dibattito è in corso ma contano i tempi e i risultati”.

“Io sono responsabile economia e lavoro per il Pd – dice Taddei intervenendo a Omnibus su La7 – e mi attengo alle decisioni della segreteria del Pd che ha votato un Odg in Direzione che mi impegna politicamente. Sul licenziamento ci sono tre possibilità molto semplici: nessun reintegro per licenziamenti economici, reintegro in caso di discriminanti illegittimi e reintegro per specifici casi di licenziamento. Questo è l’Ordine del giorno votato dal partito e questo vale a prescindere cambi qualcosa nella legge delega”.

“Non voterò la fiducia – è la replica di Stefano Fassina – su una delega in bianco”. “Noi – dice ad Agorà – non vogliamo rallentare le riforme, però vogliamo migliorarle”. Per l’esponente della minoranza mettere una “fiducia in bianco” su una delega sarebbe “una forzatura”. “Siamo andati in direzione, qualcuno ha parlato, anche se ha avuto poco senso, ma abbiamo voluto dare ancora una volta il nostro contributo per cercare di fare le riforme, ma di farle bene. La direzione – afferma Fassina – deve essere un luogo per discutere, per confrontarsi e non per fare degli show. Abbiamo insistito sulle modifiche del job Act che così come è rischia di aggravare solo la precarietà, oltre a portare gravi problemi di demansionamento”. “In questi ultimi mesi chi ha avuto posizioni diverse da Renzi è stato etichettato come gufo, come attento alla poltrona, mentre invece c’è solo la voglia di migliorare le riforme. Mettere una fiducia in bianco su una delega che riguarda i diritti fondamentali dei lavoratori diventa a mio parere un problema di rilievo costituzionale. In un clima così complicato come quello che stiamo vivendo sarebbe una forzatura, negare la possibilità di discutere allontana ancora di più dalle istituzioni i cittadini”, conclude.(ANSA)