Il saldo positivo di 83mila unita’, spiega Unioncamere, deriva dalla differenza tra le 282mila entrate e le 199mila uscite attese. Superano le 265mila unita’ le assunzioni di lavoratori dipendenti, di cui oltre 137mila non stagionali e 101mila stagionali. A queste si aggiungono quasi 27mila interinali. Le imprese inoltre prevedono di stipulare quasi 17mila contratti di lavoro autonomo, per meta’ come collaborazioni a progetto e per l’altra meta’ come partite Iva e collaborazioni occasionali. Il confronto con il II trimestre 2014 consente di cogliere l’effetto dei piu’ recenti provvedimenti varati dal Governo in materia di mercato del lavoro: le assunzioni a tempo indeterminato sono infatti quasi l’80% in piu’ di un anno fa. Meno cospicua, invece, la crescita delle assunzioni previste con contratto a tempo determinato (157mila, in aumento del 4,6% rispetto al II trimestre 2014) e dei contratti interinali (27mila le entrate, +7,8%). In calo, invece, le entrate previste con contratti di apprendistato (saranno 8.800, -8,7% rispetto a un anno fa) e, soprattutto, le collaborazioni a progetto (8.500 quelle attese, con una riduzione del 36,4% rispetto ad aprile-giugno 2014).
Quasi tutti i settori economici sembrano pronti ad agganciare i segnali di ripresa. Tra tutti spicca, per effetto della stagionalita’, il settore turistico, con le imprese legate all’alloggio e alla ristorazione che dovrebbero creare 61.600 posti di lavoro aggiuntivi nel trimestre. Positivo, pero’, anche il dato delle costruzioni (+3.600 il saldo tra entrate e uscite), di quasi tutti i settori industriali (a cominciare dall’alimentare e dalla meccanica) e, tra i servizi, di quelli di supporto alle imprese e legati all’Ict.
Riprende vigore anche l’occupazione creata dalle imprese di minori dimensioni: +70mila i posti di lavoro in piu’ nelle attivita’ con meno di 50 dipendenti. Saldo attivo pero’ anche per le aziende con oltre 250 dipendenti (+14mila) mentre la taglia intermedia registra ancora qualche difficolta’ sotto il profilo occupazionale (saranno 1.100 i posti di lavoro persi nelle imprese con 50-249 dipendenti).
Sardegna, Trentino Alto Adige e Calabria le regioni che dovrebbero registrare il piu’ consistente aumento del saldo in percentuale. Emilia Romagna, Veneto e Toscana, invece, quelle con i saldi in valore assoluto piu’ elevati. A livello provinciale, spicca la notevole crescita del saldo in percentuale attesa soprattutto a Rimini (+6,2%), seguita da Nuoro (+3,1%) e Vibo Valentia (+2,8%). Le assunzioni previste superano le uscite in maniera piu’ consistente a Rimini (+4.700), Roma (+4.400) e Venezia (+4.250). Le uniche province nelle quali ancora alcune decine di posti di lavoro potrebbero andare persi sono quelle di Modena, Bergamo, Alessandria, Asti e Pavia. (AGI)