”Il Pd deciderà in Commissione, le decisioni che assumerà per quanto mi riguarda saranno le decisioni giuste”. A dirlo è presidente del Consiglio Enrico Letta, in un’intervista alla tv austriaca, in cui ribadisce che in Italia “servono meno parole, più fatti, meno polemiche, più cose concrete e costruttive” perché ”la ”stabilità politica” è l’unica strada per far sì che il nostro diventi un paese normale.
Il caso Berlusconi e le ripercussioni sul governo Letta monopolizzano il dibattito politico in vista del 9 settembre, giorno in cui la Giunta del Senato dovrà decidere sull’incandidabilità e decadenza di Silvio Berlusconi, vista la sentenza definitiva della Cassazione che lo ha condannato per frode fiscale. Il Pdl fa quadrato intorno al suo leader e va all’attacco della ‘legge Severino’, che prevede l’incandidabilità e la decadenza di chi è stato condannato a più di due anni, chiedendo di sottoporla al giudizio della Corte costituzionale.
“Mi fido del fatto che il partito di Berlusconi assumerà le sue decisioni esi assumerà la responsabilità delle sue decisioni”, aggiunge il premier riferendosi ad una possibile crisi che incombe sul suo esecutivo.
Nel giorno del suo 47mo compleanno, Letta ha visto a pranzo il segretario democratico Guglielmo Epifani, occasione per un giro d’orizzonte sull’agenda del governo e sugli orizzonti politici, con un occhio rivolto anche alla situazione interna al suo partito, rispetto alla quale il presidente del Consiglio non vuole interferire. Anche se, naturalmente, gli equilibri interni a Sant’Andrea delle Fratte non possono non avere ripercussioni sull’andamento dell’esecutivo.
“Sono preoccupato che una crisi possa fare arretrare il Paese e soprattutto vanificare gli sforzi che hanno fatto i cittadini”, ripete Epifani con l’occhio rivolto soprattutto a quelle che potrebbero essere le decisioni del Pdl. Letta intanto si concentra sui prossimi provvedimenti del governo, al centro di un colloquio con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi.
La riunione del Consiglio dei ministri è attesa per venerdi’ prossimo, 23 agosto, anche se ancora non è partita la convocazione ufficiale in attesa di verificare il possibile ordine del giorno. Difficile che trovi spazio la riforma dell’Imu, mentre si valuta la possibilita’ di un provvedimento sulla pubblica amministrazione, che affronti le varie questioni sul tappeto, a cominciare da quella relativa ai 150mila precari rilanciata con forza nei giorni scorsi dalla Cgil. (Adnkronos)