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Home > L’esercito dei vitalizi

L’esercito dei vitalizi

13 de novembro de 2013 - Por Comunità Italiana
L’esercito dei vitalizi

Lesercito dei vitaliziLa grossa lista di ex parlamentari mantenuti dallo Stato italiano costa 215 milioni di euro all’anno e include una pornostar come Cicciolina, artisti come il cantautore genovese Gino Paoli , e politici corrotti come Giulio Di Donato, condannato nel processo sulla gestione dei rifiuti a Napoli

Tre milioni di disoccupati e quasi un giovane su due senza lavoro. Gli italiani, flagellati dalla crisi, fanno fatica ad arrivare alla fine del mese, ma devono sborsare ogni anno 215 milioni di euro per pagare le pensioni a vita di circa duemila ex parlamentari. Un dato al quale occorre aggiungere le oltre 500 reversibilità versate a coniugi e figli dei politici deceduti. Gli importi dei vitalizi oscillano tra i 1.500 e i 6.500 euro netti al mese (ma considerando tasse e contributi costano ai cittadini molto di più) e variano a seconda del numero di legislature. Per molti politici, una sola pensione d’oro non è sufficiente: oltre 200 ex parlamentari ne incassano anche un’altra, in virtù dei loro trascorsi da consiglieri regionali. Se si è stati ministri o presidenti di Camera e Senato, si cumulano ulteriori benefici. La casta, insomma, non conosce crisi e continua a drenare risorse pubbliche dalle casse di un Paese che soffre. Peraltro sono davvero pochi gli ex deputati ed ex senatori realmente a riposo: nella gran parte dei casi si riciclano all’interno degli enti pubblici e delle fondazioni o tornano ad esercitare le rispettive professioni.
Qualcosa, però, negli ultimi tempi è cambiato. Fino a pochi anni addietro bastava un solo giorno in parlamento per avere in tasca la pensione. Dal primo gennaio del 2012, invece, i nuovi deputati e senatori sono stati costretti a dire addio al sistema dei vitalizi, passando al sistema contributivo, che aggancia l’importo della pensione ai contributi effettivamente versati. Bisognerà attendere ancora molti anni, però, prima di assistere all’estinzione dell’esercito dei mantenuti di Stato, che negli anni si è ingrossato a dismisura e conta tra le sue fila politici di professione, magistrati, giornalisti, imprenditori, sindacalisti e personaggi dello spettacolo.
Un carrozzone affollato e variegato, sul quale trova posto anche una pornostar come Ilona Staller (in arte Cicciolina) che Marco Pannella, nel 1987, candidò con il Partito Radicale: con una sola legislatura alle spalle, Cicciolina ha diritto a riscuotere 2.120 euro netti al mese. Sempre Pannella, nel 1983, candidò alla Camera Toni Negri, ex leader di Potere Operaio, una delle formazioni più intransigenti della sinistra extraparlamentare. A quel tempo Negri era detenuto per associazione sovversiva e insurrezione armata contro i poteri dello Stato. Pannella, per protestare contro l’applicazione di leggi che riteneva repressive, gli restituì la libertà facendolo eleggere in parlamento, ma il neodeputato, temendo di finire nuovamente in carcere, dopo poche settimane scappò in Francia, dando inizio ad una latitanza che durò fino al 1997. Nonostante la fuga e le rare e fugaci apparizioni alla Camera, Negri riscuote un vitalizio da 2.006 euro al mese.
È ampia la schiera dei pensionati d’oro condannati nel corso della prima tangentopoli, che negli anni 1990 portò alla luce un diffuso sistema di corruzione, concussione e finanziamento illecito ai partiti, nel quale risultarono coinvolti alcuni dei principali esponenti della politica italiana: personaggi come l’ex ministro della Giustizia Claudio Martelli, condannato per aver intascato 500 milioni di lire nel caso della maxitangente Enimont (20 anni in parlamento e un vitalizio da 4.684 euro al mese), come l’ex segretario del Partito Liberale Italiano, Renato Altissimo, condannato nell’ambito dello stesso processo (22 anni in parlamento e un vitalizio da 4.856 euro al mese), come il socialista Giulio Di Donato, ex braccio destro di Bettino Craxi, condannato nel processo sulla gestione dei rifiuti a Napoli (20 anni in parlamento e un vitalizio da 3.796 euro netti al mese), come Gianpaolo Pillitteri, cognato di Craxi ed ex sindaco di Milano, condannato a 4 anni e 6 mesi per ricettazione (10 anni in parlamento e un vitalizio da 2.906 euro al mese) e come Giovanni Prandini, quattro volte ministro, condannato per abuso di potere (30 anni in parlamento e un vitalizio da 5.403 euro al mese).

L’ex presidente della Fifa e Uefa Antonio Matarrese riceve 4.346 euro mensili
Oltre a nani, ballerine e politici corrotti, i contribuenti italiani sono costretti a mantenere numerosi imprenditori che non avrebbero certo bisogno del sussidio di Stato. Tra questi Luciano Benetton, numero uno dell’omonimo gruppo attivo nel settore della moda, al Senato per soli tre anni, nelle file del Partito Repubblicano Italiano e titolare di una pensione a vita da 2.191 euro netti al mese. Antonio Matarrese, imprenditore pugliese salito alla ribalta negli anni 80 e 90 per essere stato presidente della squadra di calcio del Bari e della Federcalcio italiana, e in seguito vicepresidente della Fifa e dell’Uefa, è stato 18 anni in parlamento e ha diritto a un vitalizio da 4.346 euro al mese.
Se per gente come Benetton e Matarrese le pensioni pubbliche sono poco più di una mancia, per Vittorio Cecchi Gori, che intasca 3.068 euro netti al mese, in virtù del suo passato da senatore, il vitalizio rappresenta una bella boccata d’ossigeno. Infatti, nonostante sia stato produttore cinematografico di successo, imprenditore televisivo e presidente della Fiorentina, la sua storia più recente è segnata da paurosi crack finanziari: più volte arrestato per bancarotta fraudolenta, è stato condannato per i fallimenti della Fiorentina, della Safin e della Finmavi, collezionando pene che, nell’insieme, ammontano ad oltre 10 anni di reclusione.
Anche una parte del mondo dello spettacolo ha voluto provare l’ebbrezza della politica, maturando contestualmente il diritto al vitalizio: il cantautore genovese Gino Paoli, che ha messo in musica brani celebri come Sapore di sale e C’era una volta una gatta, è stato deputato del Partito Comunista Italiano dal 1987 al 1992 e percepisce ogni mese 2.019 euro netti. I registi Franco Zeffirelli, senatore democristiano per un decennio, e Pasquale Squitieri, a Palazzo Madama per una sola legislatura, ricevono rispettivamente 3.030 e 2.021 euro netti al mese.
Tra i beneficiati di Stato anche alcuni mostri sacri del giornalismo, come Eugenio Scalfari, storico direttore del quotidiano La Repubblica, alla Camera dal 1968 al 1972, nelle file del Psi (2.162 euro netti al mese), come l’ex direttore del Tg2 Rai, Alberto La Volpe, deputato socialista nella dodicesima legislatura (vitalizio da 2.129 euro al mese) e come Lucio Manisco, corrispondente Rai dagli Stati Uniti, per otto anni a Montecitorio tra i banchi di Rifondazione Comunista (2.016 euro al mese). Completano il quadro leader sindacali come Pierre Carniti e Vittorio Foa, magistrati saliti agli onori delle cronache come Ferdinando Imposimato e Tiziana Parenti, avvocati di grido come Carlo Taormina, Giuliano Pisapia e Raffaele Della Valle, intellettuali del calibro di Alberto Asor Rosa, Stefano Rodotà e Vittorio Sgarbi.
Gli ex parlamentari che godono dei vitalizi più sostanziosi sono coloro che hanno calcato più a lungo la scena politica. La pensione più ricca in assoluto è quella di Roland Riz, docente universitario e storico leader del Südtiroler Volkspartei (Svp), un piccolo partito regionale localizzato in Trentino Aldo Adige e impegnato a tutelare gli interessi delle minoranze tedesca e ladina. In virtù di una presenza parlamentare lunga nove legislature, Riz riceve 6.331 euro al mese.
Nel gruppone di testa anche alcuni dei leader politici più noti dell’ultimo ventennio: dall’ex presidente del Senato, Nicola Mancino (6.191 euro) all’ex presidente della Camera, Gianfranco Fini (5.614 euro), passando per uomini di punta del centrosinistra, come Massimo D’Alema (5.283 euro), e per alcuni capobastone del centrodestra, come Marcello Dell’Ultri — quest’ultimo, ex braccio destro di Silvio Berlusconi all’interno di Fininvest e Publitalia, è stato condannato a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa dalla Corte di Appello di Palermo e riceve 4.424 al mese.

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A revista ComunitàItaliana é a mídia nascida em março de 1994 como ligação entre Itália e Brasil.