“L’intera Italia è oggi in lutto per la perdita del suo amato presidente, il presidente di tutti”. Ha inizato così il monsignor Vincenzo Paglia l’omelia dei funerali di Carlo Azeglio Ciampi, oggi a Roma. Applausi e commozione durante la funzione religiosa che si è svolta nella chiesa di San Saturnino Martire, nel quartiere Trieste di Roma, dove abita la famiglia Ciampi, alla presenza di amici, parenti e rappresentanti delle istituzioni, a partire dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Un lungo applauso ha accolto l’arrivo del feretro, classico e semplice, con una croce di metallo, deposto davanti all’altare e adornato da un cuscino di rose bianche.
Una chiesa gremita, con in prima fila la signora Franca, accompagnata dai figli Claudio e Gabriella e dai nipoti. Vestita di scuro e con un paio di occhiali scuri, la signora Ciampi ha seguito la cerimonia svoltasi in forma privata come aveva chiesto lo stesso ex presidente. Proprio oggi i coniugi Ciampi avrebbero dovuto celebrare il settantesimo anniversario di matrimonio. “Settanta anni fa, Carlo Azeglio Ciampi si sposava a Bologna con donna Franca” ha ricordato Paglia, che conosceva Ciampi da anni e che e’ stato vicino al Capo dello Stato emerito negli ultimi momenti della sua vita, portandogli anche la benedizione di Papa Francesco. “Oggi come allora – ha detto nella sua omelia rivolgendosi direttamente alla vedova – eravate davanti all’altare. Oggi con i vostri figli e i vostri nipoti”. Parlando direttamente ai nipoti di Ciampi, Paglia ha poi aggiunto: “Teneva i vostri disegni nel suo studio di casa. So che li avete messi nella sua bara, avete fatto bene. Era orgoglioso di voi”. A funzione terminata, prima che che partisse il carro funebre, monsignor Paglia ha benedetto il feretro e ha pronunciato un’ultima preghiera assieme alla vedova. Mattarella ha quindi baciato la signora Franca, cosi’ come ha fatto sua figlia che lo ha accompagnato. Nel momento in cui e’ partito il carro funebre e’ infine scattato un ultimo lungo e intenso applauso .
Sulla bara è stata appoggiata la Lampada della Pace di Assisi. “Vorrei consegnare io a Carlo la lampada della pace perché illumini i suoi passi verso il Cielo”, ha detto monsignor Paglia collocando sul feretro la lampada della pace che lo stesso Ciampi porto’ ad Assisi nel 2002, in occasione dell’Incontro per la pace al quale parteciparono le principali religioni e che fu promosso da Papa Wojtyla.
Tra i banchi della chiesa del quartiere Trieste erano seduti i due presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il governatore della Bce Mario Draghi, il governatore di Bankitalia Ignazio Visco e il presidente della Corte Costituzionale, Paolo Grossi. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, accompagnato dalla figlia Laura, segue la cerimonia dalla prima fila dei banchi alla destra dell’altare. La corona del Quirinale e’ posta al lato dell’altare, portata da due corazzieri. Oltre a loro, lo storico portavoce Paolo Peluffo, Pier Ferdinando Casini, Lamberto Dini, Mario Monti, Romano Prodi, Maurizio Saccomanni, Gianni Letta, Franco Carraro, Claudio De Vincenti, Luigi Abete, Antonio Fazio, Letizia Moratti.
Tra i presenti anche Roberto Benigni: “Per me è stato un padre, lo chiamavo per chiedere consiglio come si fa con un padre. Quanto bene gli ho voluto. Un uomo di una onesta e un’integrita’ morale incredibili”, ha detto l’attore toscano, che era accompagnato dalla moglie Nicoletta Braschi. “Ci sentivamo spesso”, ha aggiunto, “senza Azeglio ora mi troverò male. E’ stato un miracolo, un esempio che vorrei imitare”.
Ricordando il percorso di vita e professionale di Ciampi, monsignor Paglia ha detto: “Cari famigliari ci uniamo a voi tutti in una celebrazione che raccoglie una bella Italia, quella di cui Carlo e’ stato servitore fedele. Gesu’, vedendolo arrivare, potra’ dire di lui: ‘Ecco un uomo in cui non c’e’ falsità”. Mentre Romano Prodi lo ha ricordato così: “e’ stato un convinto europeista. Una persona incredibile. Come si faceva a non avere affetto per lui? Si imponeva sottovoce ma con la convinzione delle cose che conosceva e in cui credeva. Dialogava e sentiva tutti. Gli abbiamo voluto bene”.
Seduto a uno degli ultimi banchi della parrocchia c’e’ anche il sarto dell’ex Capo dello Stato, Giuseppe Cirulli. “L’ho servito dal 1980, l’ultima volta l’ho visto a marzo. Era una persona gentile, non era particolarmente esigente – racconta -. Per 36 anni ho cucito per lui due abiti a stagione: taglio classico, giacca a tre bottoni senza spacchi dietro e pantaloni con il risvolto”. “Mi diceva sempre: ‘Cirulli, tu lavori troppo ma fai bene, cosi’ tieni la testa allenata'”, racconta ancora il sarto che ha il laboratorio in via Nemorense a poche decine di metri da casa Ciampi. “La domenica mattina prima di venire a messa in questa chiesa, se trovava il negozio aperto si fermava per un saluto, ma se notava che ero occupato con un cliente non entrava, lo vedevo dalla vetrina. E’ stato un grande presidente, ha risvegliato l’Italia e per questo ovunque andasse veniva acclamato”. Un paio di bandiere tricolore erano state appese alle finestre del palazzo che si trova esattamente di fronte alla chiesa. (AGI)