Comunità Italiana

La crescita globale

Le borse europee hanno chiuso in calo, spinte al ribasso per i timori della deflazione aggravati dai dati di oggi sui prezzi al consumo in Francia e in Italia e dal cattivo andamento di Wall Street, sulla quale pesa il bilancio negativo di Jp Morgan. Le stime poco confortanti della Banca Mondiale sulla crescita globale hanno inoltre spinto in forte ribasso i prezzi delle materie prime. Oltre al petrolio, che ha aggiornato i propri minimi dal 2009, scendono le quotazioni del rame, giu’ di quasi il 7%, del nickel, in calo del 3% ai minimi da 11 mesi; lo zinco perde il 2,5%, l’argento lo 0,9% e il platino lo 0,3%.

La Banca Mondiale, in particolare, ha tagliato le stime sulla crescita del Pil globale nel 2015, nonostante il ribasso del petrolio. Secondo l’istituto, l’economia quest’anno crescera’ solo del 3%, meno del 3,4% previsto a giugno. Nel 2016 il Pil globale salira’ a +3,3%, contro il +3,5% stimato a giugno e nel 2017 e’ prevista una frenata a +3,2%. “L’economia mondiale – commenta il capo economista della Banca Kaushik Basu – e’ in un congiuntura sconcertante. E’ un momento difficile per le previsioni”. “L’economia mondiale – ha aggiunto – viaggia con un unico motore, quello americano”. La Banca Mondiale prevede prezzi del petrolio bassi nel 2015. Oggi, a registrare il ribasso maggiore e’ stata la borsa di Londra, dove il comparto minerario ha un forte peso. L’indice Ftse 100 cede il 2,34% a 6.388,83 punti. Scivolano Anglo American (-8,81%), Antofagasta (-5,01%), Bhp Billiton (-5,38%) e Rio Tinto (-3,87%). Tra gli energetici Shell segna -3,32%, Bp -3,41%, Tullow Oil -2,73%, e, fuori dai circuiti della City, Repsol cede l’1,47% e Total l’1,69%.
Il Dax di Francoforte perde l’1,25% a 9.817,08 punti, l’Ftse Mib di Milano scende dell’1,59% a 18.410,68 punti, il Cac 40 di Parigi arretra dell’1,56% a 4.223,24 punti, l’Ibex di Madrid lascia sul terreno l’1,16% a 9.859,8 punti. In controtendenza Lisbona (+1,38%).
Stamattina, sulle condizioni dell’Eurozona, e’ intervenuto anche il presidente della Bce Mario Draghi, sottolineando che l’Eurotower non ha “possibilita’ di azione illimitate” in vista del direttivo del 22 gennaio. Secondo Draghi per assicurare la stabilita’ dei prezzi serve una politica monetaria espansiva.
Il numero uno dell’Eurotower sostiene che, per raggiungere a medio termine l’obiettivo di un’inflazione al 2%, la Bce deve “mantenere i tassi bassi e lavorare a una politica monetaria espansiva che accompagni la crescita”. Draghi ammette che all’interno del direttivo ci sono differenti posizioni su come rispettare il mandato dell’istituto “ma le possibilita’ che abbiamo di agire non sono illimitate”. (AGI) .