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La crisi di Dubai si fa sentire, Borse giù

27 de novembro de 2009 - Por Comunità Italiana

{mosimage}Piazze europee in apertura trascinate al ribasso dal rischio fallimento di Dubai World, poi c'è il recupero

 

MILANOLa crisi di Dubai World, con il congelamento per sei mesi dei pagamenti sui debiti (59 miliardi di dollari) della holding, porta giù prima le Borse asiatiche e poi, in apertura, e per il secondo giorno consecutivo, anche quelle europee. Lo scossone è forte e si teme un nuovo crack finanziario. Tokyo ha terminato gli scambi in caduta libera, a -3,22%, trascinata anche dal sostenuto rafforzamento dello yen che in apertura di seduta è sceso sotto quota 85 sul dollaro toccando i minimi dal 1995. L'indice Nikkei è sceso a 9.081,52 punti, 301,72 in meno della chiusura di giovedì.

PIAZZE EUROPEE – Dopo l'ondata di ribassi provenienti dall'Asia toccava all'Europa. Tutti in calo in apertura i listini del Vecchio Continente: a Parigi l'indice Cac in avvio di seduta segnava -1,79% a 3.614,51 punti mentre a Londra il Ftse segnava -1,74% a 5.103,78 punti. In calo anche Francoforte (-1,6%). Non si discostava dal trend ribassista anche Piazza Affari che all'esordio vede l'Ftse Mib arretrare del 2,33% a 21.433,62 punti, mentre l'All Share perdeva il 2,12% a 21.887,23 punti. Successivamente però le Borse del Vecchio Continente recuperavano terreno anche se si confermavano pesanti le banche e i titoli delle società più esposte verso la città-Stato. Attualmente Francoforte guadagna lo 0,12%, Parigi lo 0,16%, mentre Londra cede lo 0,26%. Resta negativa, anche se di poco, Milano dove il Ftse Mib arretra dello 0,22%, e il Ftse All Share dello 0,23%.

BORSE ASIATICHE – Male, oltre a Tokyo, anche tutte le altre piazze asiatiche. A Seul il Kospi è caduto del 4,7% a 1.524,50, minimo da quattro mesi, a Hong Kong l’Hang seng ha segnato un calo del 5,1% a 21.088,55. «Gli operatori temono un crack finanziario a Dubai – commenta un operatore – e si stanno rifugiando nell'oro, titoli pubblici e perfino nel dollaro». E c'è attesa per il dato dell'apertura di Wall Street, dopo la chiusura di giovedì per il Giorno del Ringraziamento: una giornata nera, come detto, quella di giovedì per l'Europa, che ha perso 152 miliardi di euro di capitalizzazione in una sola seduta.

LO SPETTRO DELLA CRISI – Le difficoltà di Dubai hanno alimentato ipotesi di possibili effetti contagio in tutta l’area del Medio Oriente e delle economie emergenti, e richiamato lo spettro della crisi finanziaria asiatica della metà degli anni '90. La moratoria sui bond della Dubai World riguarda un gruppo complessivamente indebitato per circa 60 miliardi di dollari: l’emirato sta accusando un drammatico crollo dei prezzi immobiliari, che hanno subito cali dell’ordine del 50% dopo che negli anni scorsi aveva acquistato notorietà mondiale come polo finanziario dell’area che fa sfoggio di innumerevoli grattacieli, tra cui il più alto del mondo. La Dubai World, a controllo statale, è a capo del progetto per la creazione della gigantesca isola artificiale nel Golfo a forma di palma.

LA BANCA D'ITALIA – A rasserenare gli animi, almeno per quanto riguarda l'Italia, ci pensava però successivamente il direttore generale della Banca d'Italia Fabrizio Saccomanni: «Per quanto riguarda il sistema Italia non ci sono problemi – ha detto – l'esposizione verso Dubai è molto contenuta, non c'è alcuna preoccupazione».

CONSOB – «Stiamo facendo approfondimenti, ma allo stato c'è serenità assoluta»: ha detto invece il presidente della Consob, Lamberto Cardia.
 
Fonte: www.corriere.it 

 

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A revista ComunitàItaliana é a mídia nascida em março de 1994 como ligação entre Itália e Brasil.