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Home > La “gatta frettolosa” e le elezioni

La “gatta frettolosa” e le elezioni

17 de outubro de 2012 - Por Comunità Italiana

Il Parlamento italiano sarà in grado nelle prossime settimane di approvare una buona legge in grado di sostituire l’attuale “porcellum”?

Come nessuna legge o commissione di inchiesta riuscirà, da sola, a debellare il ‘cancro’ della corruzione e del malaffare in politica, allo stesso modo nessuna ‘legge elettorale’ sarà in grado, da sola, di restituire forza e credibilità alla politica ed ai suoi rappresentanti.
Sembrano due assiomi semplici e incontestabili; purtroppo sono due constatazioni logiche e realistiche che derivano da alcuni secoli di esercizio della democrazia nel mondo.
Il mese scorso ho voluto affrontare, proprio dalle colonne di questa rivista, la cosiddetta “questione morale”, purtroppo attualissima in Italia e in Brasile (non solo in questi Paesi, ovviamente, anche se italiani e brasiliani possono ritenersi in ottima posizione nel ranking delle democrazie ad alto rischio sotto questo profilo).
In questo numero vorrei invece riferirmi all’influenza del sistema elettorale non solo sulla formazione e selezione di una classe politica, ma anche relativamente al consolidamento di un sano e proficuo rapporto tra eletti ed elettori.
Da alcuni mesi (troppi, per alcuni e anche per me) si discute in Italia ed in Parlamento sulla necessità di cambiare l’attuale legge elettorale; una legge – per capirsi – che il suo stesso autore, il Senatore della Lega Nord Roberto Calderoli, definì una “porcata” e che si basava essenzialmente su due pilastri: da un lato l’eliminazione delle ‘preferenze’ (vale a dire della facoltà, da parte dell’elettore, di scegliere il candidato) ; dall’altro l’assegnazione alla coalizione che fosse arrivata prima di uno ‘strano’ premio di maggioranza, calcolato su base nazionale alla Camera e su base regionale al Senato.
Conseguenza dell’attuale legge, secondo un’opinione diffusa e pressoché unanime in Italia, il progressivo allontanamento degli eletti dagli elettori e la formazione innaturale di maggioranze elettorali eterogenee incapaci di dare vita a forti ed omogenee coalizioni di governo.
Da qui l’esigenza, diremmo pure la necessità (ribadita un giorno sì l’altro pure dal Presidente della Repubblica Napolitano) di procedere in tempi rapidi all’approvazione di una nuova legge, in grado di rimediare ai vizi di fondo dell’attuale sistema e di consentire al popolo italiano di scegliere i propri parlamentari e al tempo stesso di dare vita a maggioranze stabili di governo.
Una legge da approvare, sia detto per inciso, assolutamente entro la prossima scadenza naturale del Parlamento, ossia entro le elezioni già previste per la primavera del 2013.
Il consenso praticamente assoluto intorno alla necessità di cambiare il sistema elettorale italiano e l’unanimità sulle distorsioni dell’attuale legge avrebbero dovuto tradursi in una rapida e positiva discussione e quindi in una naturale approvazione della nuova legge elettorale prima delle prossime consultazioni.
Purtroppo così non è stato; veti incrociati e tentativi più o meno palesi di mantenere lo ‘status quo’ hanno portato nelle scorse settimane ad una ‘impasse’ proprio nel momento in cui l’accordo tra i principali partiti politici sembrava a portata di mano.
La mia previsione? Che la riforma si farà ma che, come ci ricordavano le nostre nonne, “la gatta frettolosa farà i gattini ciechi” e cioè che si tratterà di una legge partorita dal Parlamento più a seguito della pressione dell’opinione pubblica e del Presidente Napolitano che di un necessario e adeguato approfondimento per arrivare al migliore dei sistemi possibili; un “parto” prematuro, cioè, probabilmente condizionato negativamente dall’indispensabile ricerca di un consenso mediato tra partiti diversi e in competizione tra loro e dall’ormai imminente scadenza elettorale.
La politica dovrebbe essere anche l’arte di scegliere, e – aggiungerei – di farlo in tempi rapidi e certi; quando a prevalere sono invece i tentennamenti e le indecisioni, il rischio è che questa scelta venga fatta in forza di pressioni esterne e di una ‘fretta’ che non sempre è sinonimo di rapidità e tempestività, più spesso di pasticcio o pastrocchio.
In tutta questa discussione, purtroppo, i partiti italiani continuano a non dare la giusta e opportuna attenzione alla riforma della legge elettorale per gli italiani all’estero; anche di questo ho avuto modo di scrivere brevemente nella scorsa edizione.
A differenza dei nostri colleghi italiani, noi parlamentari eletti nella Circoscrizione Estero, siamo scelti in base ad un voto di preferenza; e questo è sicuramente un dato positivo; un elemento che rischia però di trasformarsi in un fattore oscuro e rischioso, in assenza di alcuni ‘paletti’ che rendano inattaccabile il voto per corrispondenza da influenze esterne e possibili brogli. Alla fine della legislatura italiana mancano ancora sei mesi: saremo così saggi e responsabili da legiferare in tal senso? 

Comunità Italiana

A revista ComunitàItaliana é a mídia nascida em março de 1994 como ligação entre Itália e Brasil.