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Home > La linea del premier: basta attacchi a Fini

La linea del premier: basta attacchi a Fini

01 de setembro de 2010 - Por Comunità Italiana

Tra le mosse distensive, il rinvio a novembre del giudizio dei probiviri sui tre "falchi"

ROMA  Si fermano le macchine dello scontro fra il capo del governo e la terza carica dello Stato. Berlusconi ha ordinato ieri quello che può essere considerato un armistizio. Magari solo a tempo determinato, certamente sino a domenica prossima: a Mirabello parlerà Gianfranco Fini e avrà una ragione in più per non strappare, non buttare altra benzina sul fuoco dello scontro. Le offerte del Cavaliere, arrivate ieri in modo riservato dall'altro lato dello schieramento, sono più di un ramoscello d'ulivo. In primo luogo la data della convocazione dei probiviri del Pdl, ovvero del collegio che dovrebbe giudicare gli uomini più agguerriti di Fini (Bocchino, Granata e Briguglio) per le loro dichiarazioni, verificandone la compatibilità con il partito, verrà fatta slittare. Se ne riparla a novembre, fra più di due mesi: tutto il tempo per avere modo di saggiare molte delle cose che restano sospese fra il gruppo parlamentare che fa riferimento alla terza carica dello Stato e il resto della maggioranza.

Seconda offerta del Cavaliere, sicuramente più consistente: cesseranno gli attacchi contro l'ex leader di An. Con i suoi Berlusconi ieri è stato chiaro, a telefono si è speso per tutta la giornata; la vicenda della casa di Montecarlo, il piano familiare che si è sovrapposto a quello politico, le fortune che appaiono misteriose della famiglia Tulliani, quella della compagna di Fini: tutto questo per il premier è opportuno che vada in soffitta. «Basta» ha detto ieri in molte conversazioni il premier. Fini ovviamente gradirà: già ieri sera era informato da alcuni emissari della doppia mossa del presidente del Consiglio. La seconda offerta era inserita da Fini stesso fra le condizioni per non formare un partito, per riportare le lancette all'indietro.

E ieri il capo del governo l'ha accolta raccontandone alcuni dettagli ai parlamentari di Futuro e Libertà che lo continuano a chiamare, per ribadirgli una fedeltà politica che va distinta dalla solidarietà personale che li lega alla terza carica dello Stato. Completa il quadro della ricomposizione in atto il lavorio sul cosiddetto «processo breve». L'armistizio potrebbe diventare a tempo indeterminato. Ieri il ministro della Giustizia, Angelino Alfano e il legale del premier, Nicolò Ghedini, si sono visti a lungo a Palazzo Grazioli, nella residenza romana del Cavaliere. In una stanza attigua a quella del capo del governo hanno ragionato sul sistema migliore per modificare le norme già approvate in Senato: si punta a rimodulare le soglie temporali massime dei singoli gradi di giudizio, a far sì che siano il minimo possibile, fra i giudizi in corso, i casi di estinzione del procedimento. Un modo per andare incontro ai finiani e soprattutto alle possibili osservazioni che il Colle potrebbe avanzare in caso di «morte» automatica di migliaia di procedimenti. Ovviamente qualsiasi modifica dovrà tener dentro i procedimenti contro il capo del governo, in modo da introdurre, insieme al cosiddetto «processo breve», anche uno sorta di scudo giudiziario a suo favore. Insomma se non è una svolta poco ci manca: per la prima volta dopo almeno due mesi il capo del governo sembra tendere la mano a Fini, nonostante in queste ore gli siano arrivati nuovi sondaggi che danno i consensi del presidente della Camera in caduta libera (meno 20 punti, da 50% a 30% nello share di gradimento popolare secondo Euromedia).

Fonte: www.corriere.it

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