Comunità Italiana

La mail che incastra Briatore

Intercettato un messaggio del Legale. Il pm: colloquio tra amici, si può utilizzare

{mosimage}GENOVA — Quando, al termine dell’udienza davanti al Tribunale del riesame di Genova, il pm Walter Cotugno ha prodotto la trascrizione di un messaggio tra Flavio Briatore e uno dei suoi avvocati, c’è stato un attimo di gelo. In discussione era il sequestro del mega-yacht Force Blue, fatto dalla Guardia di Finanza di Genova il 20 maggio, con l’accusa— per Briatore ed altre tre persone— di aver evaso le tasse sullo yacht e sul carburante per un valore di quasi 5milioni di euro, un reato che si configura anche come contrabbando. Il punto — per sostenere l’accusa— è che lo yacht di sessanta metri sia in realtà di proprietà di Briatore e non di una società di charter con sede nelle isole Vergini Britanniche che l’avrebbe noleggiato anche ad altri. E per dimostrare che il Force Blue — stesse iniziali dell’imprenditore del «Billionaire» — è proprio di esclusiva proprietà di Briatore il pm ha esibito un messaggio elettronico (sembra, una mail mandata su cellulare) che esordisce: « Caro Flavio… ma sei matto? Vuoi che alla fine un pm si occupi della società e della gestione della barca?».

L’avvocato risponde all’intenzione di Briatore di presentare una denuncia penale contro il capitano dello yacht e lo sconsiglia con foga: in questo modo attirerai l’attenzione dei magistrati. L’episodio si riferisce a cinque anni fa, il capitano — accusato di comportamenti sleali — fu veramente licenziato, ma senza denunce di sorta. Quel messaggio— forse— non ha pesato troppo sulla decisione del tribunale e sulla discussione tutta in punta di diritto sulla sequestrabilità dello yacht da parte della Guardia di Finanza e sulla posizione di Briatore. Certamente però ha creato un certo scompiglio. In conclusione il Riesame — come anticipato dal Secolo XIX — ha respinto il ricorso degli avvocati e confermato il sequestro del Force Blue, un vero gioiello di lusso ora ancorato nel porticciolo di Sestri Ponente.

«Non so niente di questa storia — ha detto Massimo Pellicciotta, uno degli avvocati di Briatore— sono all’estero e non ho potuto leggere il provvedimento. Prima leggeremo le carte poi vedremo i passi da intraprendere». A sostegno dell’utilizzabilità del colloquio fra Briatore e uno dei suoi legali il pm Cotugno ha prodotto una sentenza della Cassazione: al momento dell’intercettazione fra i due non c’era rapporto professionale bensì un vincolo di amicizia, è la tesi, quindi i colloqui non sono protetti come quelli fra difensore e assistito. Come un colloquio avvenuto cinque anni fa sia arrivato sotto la lente della Guardia di Finanza tanto da essere depositato agli atti del pm è, per ora, alquanto oscuro. Al momento del sequestro del Force Blue nelle acque liguri a bordo si trovava la moglie di Briatore, Elisabetta Gregoraci con il figlioletto di pochi mesi Falco Nathan. Entrambi sono stati sbarcati dalla Guardia di Finanza e la Gregoraci ha detto di aver perso il latte per la paura e lo choc dell ’«abbordaggio». Briatore si è lamentato della «spettacolarizzazione» del sequestro: «Io sono perfettamente in regola» ha ripetuto. Ma lo yacht — per ora — rimane sequestrato e rischia la confisca.

Fonte: www.corriere.it