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Home > La mamma: «Mio figlio disabile non può andare in gita: manca un bus adatto»

La mamma: «Mio figlio disabile non può andare in gita: manca un bus adatto»

08 de março de 2010 - Por Comunità Italiana

Le aziende locali di trasporto non hanno mezzi capaci di ospitare disabili motori. Il provveditore: inaccettabile

{mosimage}BARI — Gita negata a Daniele, uno studente diciottenne disabile. Accade nell’istituto tecnico commerciale Romanazzi: le aziende di trasporto che si occupano delle visite di istruzione non hanno messo a disposizione pullman adatti per questo tipo di esigenza. A denunciare l’accaduto è la madre dello studente, Annarita Sansone. «Io so che la scuola ha fatto il possibile – spiega – ma davvero non è accettabile che un ragazzo come Daniele non possa partecipare ad una gita scolastica perché su una sedia a rotelle. Nel 2010 ci sono ancora situazioni come questa che vengono affrontate con troppa leggerezza». Daniele ha 18 anni, frequenta il quinto anno nell’istituto tecnico commerciale Romanazzi, vive su una sedia a rotelle per una disabilità motoria. Una condizione che non gli permetterà di partecipare alla visita di istruzione che la scuola ha organizzato per Praga dal 22 al 27 marzo. «La scuola – prosegue la mamma – ci ha comunicato l’impossibilità di fare partecipare Daniele alla gita. In realtà ci sono state proposte delle soluzioni, ma non sono soddisfacenti».

La preside Cecilia Pirolo ha inviato mesi fa una lettera a tutte le agenzie che si occupano di trasporto per le visite di istruzione per individuare quella che poteva fornire un mezzo adatto alle esigenze di Daniele, con una pedana per la sedia a rotelle e un posto all’interno del pullman. Mezzo che nessuna delle aziende pugliesi ha a disposizione. Da qui la raccolta di quasi mille firme da parte degli studenti e dei professori e la corsa contro il tempo dell’istituto per trovare un mezzo idoneo. L’altra soluzione sarebbe stata quella di pagare un secondo pulmino, più piccolo. Ma Daniele avrebbe dovuto viaggiare quasi completamente da solo. «Non so se questa situazione è stata gestita male – prosegue Annarita Sansone – e non so di chi siano le responsabilità. So solamente che mio figlio non partirà con gli altri perché non gli è stato messo a disposizione un pullman». Una delle agenzie aveva proposto di mettere un autista supplementare su un mezzo e di aiutare quindi Daniele a salire sul pullman senza ricorrere alla pedana. Ma la madre avrebbe dovuto firmare una dichiarazione che sollevava l’agenzia e la scuola da qualsiasi responsabilità. «Io non me la sono sentita – conclude Sansone – ragazzi come Daniele incontrano ogni giorno tantissime difficoltà e questo non è giusto. Mio figlio dovrebbe avere le stesse possibilità degli altri». La preside del Romanazzi è dalla parte della mamma di Daniele. «Noi come scuola abbiamo fatto davvero il possibile – spiega – e sono dispiaciuta per come sono andate le cose. Non è concepibile che in Puglia non ci sia un’azienda che metta a disposizione pullman attrezzati. Neanche una abbiamo trovato».

Fonte: www.corriere.it

 

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