Comunità Italiana

La nuova cura (italiana) che sconfigge il cancro al cervello dei bambini è più efficace e meno tossi

Il più diffuso tumore al cervello dei bambini si può curare con una nuova terapia messa a punto, dopo 10 anni di studio, da un gruppo di ricercatori dell’Istituto di biologia cellulare e neurobiologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibcn-Cnr) di Roma.

Le cure oggi

Il tumore cerebrale dell’infanzia è oggi curato con trattamenti ad alta tossicità, come la radioterapia, che lasciano nei pazienti danni gravi, tra cui disturbi cognitivi permanenti e neoplasie secondarie. La terapia si basa, in pratica, sul blocco della proliferazione delle cellule giovani che poi diventano neuroni con delle sostanze tossiche.

Come funziona la nuova terapia

A far scomparire il tumore al cervello (medulloblastoma), anche se ha già iniziato a svilupparsi, è Il trattamento con la proteina Cxcl3 (chemokina). lo hanno dimostrato una serie di studi sullo sviluppo dei neuroni nel cervello e nel cervelletto (neurogenesi).

Se questa proteina manca c’è un aumento notevole della frequenza del medulloblastoma. Cosa succede?

I precursori cerebellari, cioè le cellule giovani che poi diventano neuroni, non riescono più a migrare al di fuori della zona proliferativa alla superficie del cervelletto e tendono a diventare cellule tumorali.Quando le cellule giovani rimangono troppo a lungo nella zona proliferativa diventano più suscettibili alle mutazioni che determinano una proliferazione incontrollata. La chemokina forza la migrazione fuori la zona proliferativa del cervelletto verso la parte interna, sfruttando la plasticità residua delle cellule tumorali. Si blocca quindi il rpogramma di sviluppo del tumore.

Il trattamento per un mese con la proteina Cxcl3, che sembra essere priva di tossicità, per via intracerebellare, a due mesi da quando il tumore ha iniziato a svilupparsi, fa scomparire completamente il medulloblastoma.

Lo studio è pubblicato su Frontiers in Pharmacology.

Passi futuri

Si sta ora studiando l’applicabilità nell’uomo di questo trattamento.
Resta da chiarire se la plasticità delle cellule giovani tumorali, ossia la capacità di differenziare dopo la migrazione, rimane negli stadi più avanzati del tumore.
La nuova terapia potrebbe essere aplicat alla sindrome di Gorlin, dove il tumore al cervello è trasmesso geneticamente, e quindi la sua insorgenza è più prevedibile e monitorabile sin dalle fasi iniziali di sviluppo.(AGI)