Undici anni dopo le ultime elezioni, sono stati eletti il 26 settembre all’Ambasciata italiana a Brasilia i nuovi membri territoriali del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE), che vede per la prima volta le donne al comando con due consigliere su tre eletti.
I nuovi rappresentanti sono tutti alla prima esperienza all’interno del Consiglio, ma non sono volti nuovi alla collettività italiana in Brasile: la più votata è stata Rita Blasioli Costa, con 62 voti, che ha alle spalle 17 anni di attività nel Comites di San Paolo; il secondo eletto, Cesare Villone, con 56 voti, è presidente della Camera di Commercio italo-brasiliana del Nordest e la terza classificata, Silvia Alciati, con 46 voti, era stata da poco rieletta presidente del Comites di Belo Horizonte, incarico a cui ha dovuto rinunciare per concorrere al CGIE.
Prima di approfondire e conoscere meglio i nuovi consiglieri, è meglio aprire una parentesi e spiegare cos’è il CGIE, che può non essere familiare a tutti: si tratta dell’organo più elevato di rappresentanza delle comunità italiane all’estero. Istituito nel 1989, il CGIE ha tra le sue funzioni quella di promuovere e agevolare lo sviluppo delle condizioni di vita delle comunità italiane all’estero e dei loro singoli componenti, oltre a quella di rafforzare il collegamento di queste collettività con la vita politica, culturale, economica e sociale dell’Italia.
Il deputato del Partito Democratico eletto in Sud America, Fabio Porta, per orientare i suoi connazionali nel complesso sistema italiano, in uno dei suoi articoli pubblicato in questa rivista aveva così riassunto: il Comites rappresenta il “primo livello” della rappresentanza degli italiani nel mondo, il “secondo livello” è costituito dal CGIE e il “terzo livello” sono i parlamentari eletti all’estero, che corrispondono ai dodici deputati e sei senatori eletti dalla Circoscrizione Estero. I CGIE sono quindi strettamente legati ai Comites, per questo dopo le elezioni dei Comites ad aprile, il passo successivo è stato quello di fissare le votazioni del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero.
I membri territoriali del CGIE sono eletti dall’Assemblea Paese, formata dai consiglieri Comites e dai rappresentanti delle associazioni italiane di quel Paese. Le ultime elezioni in Brasile del CGIE risalivano a luglio 2004, quando furono eletti 4 consiglieri: Mario Araldi, Antonio Laspro, Walter Petruzziello e Claudio Pieroni, scomparso nel novembre 2014. Il loro mandato, così come quello dei consiglieri dei Comites, sarebbe dovuto durare fino al 2009, ma non è stato così e le varie proroghe hanno posticipato le elezioni fino al settembre di quest’anno.
“Elezioni in totale serenità”, commenta l’ambasciatore
L’ambasciatore italiano in Brasile, Raffaele Trombetta, si è dichiarato soddisfatto di come si sono svolte le recenti votazioni.
— I circa duecento delegati che si sono riuniti nei locali dell’Ambasciata a Brasilia hanno avuto modo di decidere procedure, tempi e modi dell’elezioni in totale serenità — ha commentato a Comunità l’ambasciatore.
Quasi tutti i sette candidati, nei loro discorsi di presentazione, hanno espresso l’esigenza di rinnovare gli organismi di rappresentanza delle collettività italiane all’estero perché le loro funzioni non coincidono più con le attuali necessità della comunità. Secondo Trombetta, il CGIE e gli altri organismi di rappresentanza sono nati e sono stati pensati in un’epoca in cui la presenza italiana all’estero aveva una connotazione diversa da quella di oggi.
— Noi in Brasile assistiamo oggi, ma lo stesso fenomeno è visibile in altri Paesi come gli Stati Uniti o altre economie dinamiche, ad un rapido mutamento delle caratteristiche degli italiani che decidono di lasciare l’Italia. Sempre più spesso questa scelta è motivata dal desiderio di mettere in gioco le proprie professionalità in contesti diversi e dal desiderio di fare esperienze di lavoro in Paesi ritenuti più promettenti, o semplicemente più giovani o interessanti — ha spiegato il rappresentante diplomatico italiano.
I neoeletti concordano con l’esigenza di una riforma degli organi di rappresentanza
Secondo la neoeletta Silvia Alciati, l’Italia ha messo in atto un sistema di rappresentanza democratico e all’avanguardia, con enormi potenzialità, purtroppo, però, spesso non si riesce a farlo funzionare al meglio per mancanza di definizioni attuative opportune.
— Organi come il Comites e il CGIE in teoria sono interessanti e articolati, ma poi non hanno competenze e delimitazioni concrete. Mi auguro quindi si possa dare il giusto ruolo a entrambi gli organi, dotandoli di maggiori responsabilità e autonomie, riconoscimento, autorevolezza e autorità su alcuni argomenti — ha dichiarato Alciati, originaria di Torino e residente a Belo Horizonte.
L’esigenza di una riforma è una delle priorità comuni a tutti i tre consiglieri del CGIE Brasile.
— Noi siamo ancora regolati da una legge dell’86, che non è più adeguata ai tempi della nuova collettività che ci troviamo a rappresentare. Oggi l’85% della nostra collettività è rappresentata dagli italobrasiliani che esigono una relazione con l’Italia completamente diversa da quella che abbiamo sempre stabilito per i nostri emigranti — ha spiegato Rita Blasioli, la candidata più votata.
Secondo lei c’è bisogno di una nuova legge con delle nuove proposte che definiscano nuove relazioni tra l’Italia e il Brasile, senza trascurare la nuova e grande presenza italiana che arriva e sta arrivando nel Paese.
— Forse è proprio da loro che possono venire gli input per stabilire queste nuove relazioni, che non è più la relazione unica ed esclusiva dell’assistenzialismo. È vero che abbiamo delle grandi difficoltà, però è anche vero che ci possiamo presentare come una risorsa per l’Italia: non ci devono più vedere come i cugini poveri che chiedono solo delle forme di assistenza — ha ribadito l’ex presidente del Comites di San Paolo, originaria della Calabria.
La nuova emigrazione italiana in Brasile è quella che vede da vicino il consigliere CGIE, Cesare Villone, torinese e residente a Fortaleza, capitale del Ceará. La sua candidatura è nata dall’esigenza di dare voce a livello politico e istituzionale alla macroarea centronord e nordest brasiliano, molto spesso dimenticata. — La nostra macroarea sta vivendo un’immigrazione italiana molto più recente e in costante aumento. Questo comporta anche esigenze a volte molto diverse dalle altre realtà italiane presenti in Brasile, dove, specialmente al sud, le nostre comunità radicate sul territorio da secoli si sono integrate in modo completo — ha sottolineato Villone.
Per la prima volta nella storia del CGIE del Brasile la regione sud, considerata la parte più italiana del Paese, non ha avuto rappresentanti eletti. Tra i candidati della regione sud si sono presentati Claudia Antonini, residente a Porto Alegre e l’ex consigliere del CGIE, Walter Petruzziello, residente a Curitiba, che hanno ricevuto ognuno 34 voti. Gli altri due candidati, oltre a quelli eletti, sono stati Andrea Lanzi, residente a Rio de Janeiro (35 voti) e Antonio Laspro, a San Paolo (21 voti).
Blasioli, Lanzi e Villone avevano presentato la loro candidatura congiunta al CGIE, come frutto delle liste denominate “Italiani in Brasile – Democratici nel Mondo” che hanno partecipato alle recenti elezioni dei Comites nelle circoscrizioni di San Paolo, Rio de Janeiro, Recife e Brasilia. I tre candidati oltre a un metodo di lavoro condiviso, provengono dal mondo dei Patronati e hanno esperienze nel campo associativo dei Comites.
Brasile, unico Paese del Sudamerica ad avere consigliere donne nel CGIE
Dopo il recente decreto che ha modificato la composizione del CGIE, in Brasile sono stati eletti tre rappresentanti, contro i quattro delle ultime elezioni e in Argentina, i consiglieri sono diminuiti da 8 a 7. Il Brasile però in queste votazioni vanta un primato: è stata l’unica nazione del Sudamerica ad aver eletto delle consigliere donne nel CGIE.
Villone ha confrontato i numeri degli elettori in Brasile con quelli in Argentina e vi ha trovato una disparità enorme.
— All’Ambasciata italiana a Brasilia quelli che avevano diritto al voto, tra consiglieri Comites e rappresentanti delle associazioni, erano circa 160 votanti, mentre all’Ambasciata italiana a Buenos Aires erano quasi duemila gli aventi diritto al voto. In Brasile non abbiamo numeri adeguati — ha commentato il consigliere CGIE. Per questo ha rivelato che uno dei suoi impegni sarà quello di far riconoscere alcune associazioni dalla rete consolare italiana.
Un’altra questione che preme molto ai consiglieri eletti è la diffusione della lingua italiana.
— Abbiamo una lingua che è molto apprezzata e molto studiata perché è la lingua della cultura, della creatività e questo ci può dare uno sprint in più, dobbiamo sfruttarla meglio — ha detto Alciati nel suo discorso di presentazione rivolgendosi all’Assemblea Paese. I dati della Farnesina danno ragione ai nuovi consiglieri: la lingua italiana nel 2014 è stata la quarta più studiata al mondo, con un totale di 687.000 allievi che la studiano nelle università all’estero, senza contare scuole e corsi privati.
I nuovi eletti hanno il compito di discutere questo ed altri temi all’assemblea plenaria del Consiglio a Roma e alle “commissioni continentali”, in cui vengono trattate con le autorità italiane le principali questioni che riguardano gli italiani che vivono all’estero.
E il miglior augurio a questa nuova squadra di consiglieri eletti arriva dall’ambasciatore Trombetta, affinché possano “interpretare al meglio il mandato loro conferito dai delegati che li hanno votati, sapendo che l’Ambasciata ed i Consolati sono sempre a loro disposizione per collaborare costruttivamente all’ulteriore miglioramento delle condizioni generali della numerosa ed importante collettività italiana di questo bellissimo Paese”. A noi quindi non resta che augurargli buon lavoro!