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Home > La Procura: «C’è l’evidenza della prova» Berlusconi: «Uno schifo, giudici eversivi»

La Procura: «C’è l’evidenza della prova» Berlusconi: «Uno schifo, giudici eversivi»

09 de fevereiro de 2011 - Por Comunità Italiana

Bruti Liberati: «La competenza è nostra, irrilevanti le telefonate del Cavaliere»

MILANO – La procura di Milano inoltra ufficialmente al gip la richiesta di giudizio immediato nei confronti di Silvio Berlusconi per entrambi i reati contestati nella vicenda Ruby: la concussione e la prostituzione minorile. E il premier torna ad attaccare i pm. I magistrati del capoluogo lombardo ritengono «sussistere l'evidenza della prova», condicio sine qua non per imboccare quell'autostrada prevista dal codice che permette di saltare l'udienza preliminare. «Sono dei processi farsa, accuse infondatissime» attacca dal canto suo il Cavaliere in conferenza stampa a Palazzo Chigi. E ancora: «Queste pratiche violano la legge, vanno contro il Parlamento, la procura di Milano non ha competenza territoriale né funzionale. La concussione non c'è, è risibile, non esiste. Sono cose pretestuose, a me spiace che queste cose abbiano offeso la dignità del Paese e hanno portato fango all'Italia».

«UNA VERGOGNA» – Berlusconi apostrofa l'inchiesta e gli ultimi risvolti giudiziari che lo riguardano come «una vergogna, uno schifo». «Alla fine nessuno pagherà – dice il capo del governo -, alla fine come al solito pagherà lo Stato. Farò una causa allo Stato visto che non c'è responsabilità dei giudici», ha aggiunto il presidente del Consiglio. Le indagini dei giudici milanesi, secondo Berlusconi, «hanno solo una finalità di disinformazione mediatica. Io non sono preoccupato per me, sono un ricco signore che può passare la sua vita a fare ospedali per i bambini del mondo…», conclude il premier, annunciando che il governo farà qualcosa proprio per introdurre «una responsabilità dei magistrati».

«TELEFONATE IRRILEVANTI» «A seguito di attenta ricognizione dei problemi di diritto e di scrupolosa analisi dei precedenti, – ha scritto il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati – questo ufficio ha ritenuto di non doversi discostare dalla linea costantemente seguita a Milano (come negli altri uffici giudiziari) in tema di richiesta di giudizio immediato anche per i reati connessi, essendo pienamente assicurate le garanzie di difesa». A sostegno della richiesta di rito immediato, i pm meneghini hanno inviato 782 pagine di documenti. Molte carte, ha spiegato Bruti Liberati, riguardano le copie di richiesta di intercettazione e il contenuto delle fonti di prova «ma non c'è molto di più – ha aggiunto – rispetto a quanto contenuto nell'invito a comparire» che era di circa 600 pagine. Per le telefonate intercettate in cui parla il presidente del Consiglio, la procura di Milano non chiederà comunque l'autorizzazione alla Camera. Come ha spiegato Bruti Liberati, infatti, la richiesta non verrà avanzata in quanto tali conversazioni sono «irrilevanti ai fini dell'inchiesta» e dunque le «quattro o cinque» conversazioni telefoniche con il Cavaliere presenti nell'inchiesta «saranno distrutte». «Non le abbiamo nemmeno fatte trascrivere e non chiederemo alla Camera l'autorizzazione per il loro utilizzo» ha ribadito il procuratore.

«NO AL REATO MINISTERIALE» – Oltre alla richiesta di giudizio immediato per il premier, i pm hanno inviato al gip una memoria in cui ritengono non sussistere l'ipotesi «di reato ministeriale». «È stata trasmessa al gip una memoria nella quale, a seguito dell'esame degli atti ricevuti dalla Camera e da quelli depositati dalla difesa, si espongono le ragioni per le quali questo ufficio ritiene che in ordine alla concussione non sussiste ipotesi di reato ministeriale» ha spiegato, in una nota, il procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati sottolineando così come la procura ritenga che la competenza sia del tribunale di Milano e non del tribunale dei ministri.

RUBY INDAGATA – Nel frattempo, la procura dei minori ha iscritto nel registro degli indagati Ruby, la giovane marocchina al centro dell'inchiesta sulle feste ad Arcore, per aver fornito false generalità. Lo ha riferito proprio Bruti Liberati, precisando che l'episodio si riferisce al primo maggio 2010 quando la ragazza fu portata in questura dove fornì informazioni false, con riferimento alla sua data di nascita, spacciandosi per un anno più grande di quello che era.

Fonte: www.corriere.it

 

 

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