Nel 2008 nessuno avrebbe scommesso un cent sul futuro in borsa di Domino’s Pizza. La compagnia era stata quotata appena quattro anni prima ed era già in seri guai finanziari. Molti investitori avevano iniziato a domandarsi quale futuro potesse avere a Wall Street una catena nota più per la velocità delle proprie consegne che per la qualità della sua pizza, giudicata mediocre. Nel dicembre 2009 l’azienda intraprende quindi un’iniziativa senza precedenti: una campagna pubblicitaria nella quale ammette che il loro prodotto non è granché e si impegna a migliorarlo. A fare da testimonial è lo stesso staff di Domino’s, a partire dal presidente J. Patrick Doyle. Lo spot inizia con dei messaggi pubblicati dai clienti sui social media nei quali è scritto che la pizza di Domino’s sa di cartone. “Ci sono dei momenti in cui capisci che devi fare un cambiamento”, afferma poi Doyle.
Il manager terrà fede alla propria parola. Nella ricetta della pizza di Domino’s cambia davvero tutto, ogni ingrediente. Un impasto più saporito, una salsa di pomodoro più speziata e meno acidula, vera mozzarella al posto del formaggio industriale. Una ricetta elaborata dopo due anni di test che viene salutata con favore dai clienti. Sarà un successo premiato anche dagli investitori. Domino’s non si ferma qua e aggiunge al menu le insalate, intercettando lo spostamento dei gusti dei clienti americani verso cibi considerati più salutari.
Negli anni successivi Domino’s Pizza diventerà uno dei titoli che hanno guadagnato di più in assoluto, con un rialzo pari al 2.092% in otto anni.
Meglio di Amazon, meglio di Apple, meglio di Facebook, meglio di chiunque altro. In sostanza, chi aveva acquistato nel 2009 azioni Domino’s per, poniamo, 100 dollari, oggi si ritrova nel portafoglio un investimento che ne vale oltre 200 mila. Ad aver fatto ancor meglio nello stesso periodo solo due società mediche, Accelerate Diagnostics e Acadia Pharmaceuticals) e un produttore di mobili e materiali da costruzione, Patrick Industries. Tra i colossi del ‘Big Tech’, a sorpresa la spunta Netflix, sesta in classifica, con un prezzo delle azioni cresciuto di 1.753 volte negli ultimi otto anni.
L’umiltà nell’ammettere i propri errori e la determinazione nel porvi rimedio pagano. Anche in borsa. (AGI)