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Home > La rivolta dei tacchini

La rivolta dei tacchini

20 de maio de 2014 - Por Comunità Italiana
La rivolta dei tacchini

EzioMaranesiIl sistema bicamerale perfetto italiano non è perfetto: è una iattura

Racconta un giornale USA che in una cittadina del Texas, avvicinandosi il giorno del ringraziamento, i tacchini sindacalizzati iniziarono lo sciopero della fame. Dimagrirono tanto che i texani, seccati, rinunciarono a sacrificarli e, quando le famiglie si riunirono per commemorare la tradizionale festa, il fumante, glorioso e monumentale  tacchino fu sostituito da tristi e disorganizzate galline. Nella scia di Dudù, l’ormai famoso cagnolino di Berlusconi, è esplosa l’onda animalista, e dovremmo accettare che anche i tacchini italiani difendano il loro diritto a esistere. La fantasiosa storia ispirò infatti i nostri senatori, che ora difendono con unghie e denti le loro poltrone dagli attacchi del premier Renzi che osa proporre una drastica riforma del Senato. La vicenda è curiosa e tragicamente italica: è opinione diffusa, forse unanime, che il numero dei politici debba essere drasticamente ridotto e che il sistema bicamerale all’italiana non consenta decisioni rapide, necessarie in un mondo che cambia velocemente. La proposta di Renzi risponde alle due esigenze. Può essere migliorata, come tutte le cose, ma andrebbe portata avanti con il volonteroso contributo di tutti. Al contrario: se c’è concordanza che il Senato va riformato c’è totale disaccordo sul come riformarlo. E si cerca un pretesto per affondare o al minimo rimandare il progetto. È la difesa dei tacchini? O il desiderio di farsi pubblicità? O il tentativo di screditare Renzi? Tutto, meno che amore per la nostra terra, che ha bisogno di questa riforma.
Seguo le vicende politiche italiane. Leggo i giornali on-line e vedo le trasmissioni televisive. Naturalmente capisco quanto l’informazione sia di parte e incompleta. Ma, nel complesso, qualcosa dice. È difficile non sentire irritazione quando si legge la cronaca politica. Ed è difficile contenere l’insulto e lo sdegno quando si legge come alcuni politici si comportano. Mi rendo perfettamente conto che i proclami pirotecnici di Renzi debbano essere filtrati, ponderati, ridotti nella loro portata. Renzi vende ciò che ha o sa di poter avere, ma sembra vendere anche ciò che non ha e sa che difficilmente potrà avere. Cioè scommette. Difficile per noi capire fino a che punto Renzi si possa esporre senza rischiare di dover domani ammettere di aver fallito. Ha in mano un asso: se cade il governo cade il parlamento e i parlamentari perdono il posto. Preferiscono restare dove stanno. Dobbiamo confidare che Renzi conosca il suo limite di azione. È umano che il comportamento dei nostri politici sia mosso molto più dalla sindrome del tacchino che dall´abnegato sacrificio sull’altare della patria. Ma, tornando alla riforma del Senato, ci si rende subito conto di quanto siano risibili le obiezioni alla proposta Renzi. I vecchi saggi nostalgici dicono che bisogna meditare. Traducendo: nessuno si muova. I nemici di Renzi, che vivono sotto la sua stessa bandiera, sostengono che i futuri senatori dovranno essere eletti, e perciò pagati. Traduzione: ostacoliamo Renzi per quanto possibile. I seguaci del comico urlatore milionario strillano che bisogna ridurre il costo della politica, ma il Senato deve essere preservato cosí com’è nella Costituzione. Cioè: urliamo no a qualsiasi cosa il governo proponga, anche se la proposta è intelligente. Berlusconi e la sua disastrata Farsa Italia (copyright Dagospia) appoggiano o criticano la proposta Renzi dipendendo dall’umore del capo quando si sveglia al mattino: cioè tiriamo avanti sperando in tempi migliori. Le altre forze politiche non contano: fanno rumori inutili. Come vuole l’insano costume italico, quando un problema è semplice bisogna trovare il modo di complicarlo. Gli obbiettivi della riforma sono chiari, e tutti più o meno sono d’accordo: solo la Camera dei deputati faccia le leggi e il costo dei senatori sia azzerato. Rispettati questi obbiettivi, poca importanza ha la forma che assumerà il Senato. Sono patetici e vergognosi, anche se facciamo sforzi per capirli, i pretesti con cui forze politiche o singoli politici creano ostacoli al cambiamento di una Italia che deve cambiare. Irritazione, sdegno e insulto sorgono spontanei, così come sorge, purtroppo, il timore che in Italia nulla possa cambiare. Dobbiamo proprio rassegnarci? Non potrebbe Renzi, con tutte le riserve che possiamo legittimamente avere, essere l’ultima spiaggia? 

Comunità Italiana

A revista ComunitàItaliana é a mídia nascida em março de 1994 como ligação entre Itália e Brasil.