Comunità Italiana

La scuola “alla prova dei fatti”

Coltivare il dubbio è la prima regola di chi non vuole rinunciare a capire. Ed è, o dovrebbe essere, anche una regola del giornalismo: mai fidarsi di quello che dicono le fonti, ma cercare sempre solide conferme a quello che ci è stato raccontato.

Anche nel vasto e complesso mondo digitale le barriere non sono tanto l’accesso alle tecnologie, quanto la cultura. E’ quindi dalle scuole, dall’istruzione, dalla formazione che occorre partire. L’obiettivo deve essere portare la cultura del fact-checking non solo nelle redazioni, dove dovrebbe essere la norma, ma anche nei contesti educativi per aiutare i giovani a capire che la verità conta, che è un valore imprescindibile della democrazia, che credere a una bufala non fa mai fare una “bella figura”.

Dunque che fare per promuovere un maggiore spirito critico tra i giovani? Le iniziative si stanno moltiplicando. La presidente della Camera, Laura Boldrini, ha lanciato “BastaBufale”, raccolta di firme per una corretta informazione. L’obiettivo era raccogliere 10.000 firme, ma sono già arrivate a quota 20.000. Il 21 aprile alla Camera si terranno dei tavoli di lavoro per avanzare proposte concrete sulla “informazione corretta”. Poi, il 2 maggio, le firme verranno consegnate a chi ha maggiori responsabilità e quindi possibilità di contribuire alla lotta contro le fake news: giornalisti e editori, imprese, social network, ma anche, ovviamente, la scuola.

Una seconda iniziativa si terrà domenica 2 aprile, nella sede milanese di Sky a Santa Giulia. In occasione della giornata mondiale per il fact-checking, oltre 100 ragazzi tra i 15 e i 18 anni parteciperanno ad un workshop educational incentrato sugli strumenti, teorici e pratici per verificare le notizie sul web, in modo di metterli in grado di riconoscere le fake news.

L’iniziativa, “Alla prova dei fatti”, è organizzata da Factcheckers , associazione nata nel 2016 da un’idea di Gabriela Jacomella, Nicola Bruno e Fulvio Romanin, e da Sky Academy. “Negli ultimi mesi – spiega Nicola Bruno – abbiamo messo a punto la parte metodologica con il supporto di Stefano Moriggi e Paolo Ferri, esperti di media education dell’Università di Milano-Bicocca. L’obiettivo è di proporre percorsi formativi strutturati per le scuole, studenti e docenti, ma anche per le famiglie dal prossimo anno scolastico.

Per l’evento del 2 aprile, Factcheckers ha contribuito a realizzare uno schema di lezione (disponibile qui anche in italiano) e un video animato. Con Sky Academy è stata realizzata anche una guida interattiva mobile-first il cui scopo è coinvolgere i giovani fornendo loro gli strumenti-base per informarsi meglio online. Inoltre è stato realizzato un decalogo di facile consultazione. Poche regole, semplici, per cominciare a orientarsi nel mondo della post-verità e evitare di “abbocare” alle bufale. Partire dalla scuola e dall’istruzione sembra l’antidoto migliore contro chi coltiva la menzogna e volta le spalle alla verità.(Agência Brasil)