{mosimage}Il legale: «In assenza di certezze dovete accettare il dubbio e assolverla»
PERUGIA – Dopo l'arringa show di lunedì, durata oltre sette ore, dell'avvocato Giulia Bongiorno, difensore di Raffaele Sollecito, martedì è il giorno della difesa di Amanda Knox. «Il sei novembre di due anni fa un'onda anomala, uno tsunami, ha travolto Amanda, una ragazza acqua e sapone», in aula, durante la sua arringa davanti alla Corte d'assise di Perugia, l'avvocato Carlo Dalla Vedova, legale della studentessa di Seattle, attacca sulla morbosa attenzione dei media per questo processo.
PROCESSO MEDIATICO – Secondo l'avvocato Dalla Vedova «la difesa, e Amanda stessa, sono stati vittime di un processo mediatico» e il dibattimento «non ha prodotto riscontri all' «impianto accusatorio». «Questa difesa ha accettato l'incarico con la piena convinzione dell'innocenza dell'assistita», ha detto ancora l'avvocato che, in aula, ha ricordato come «Amanda e Raffaele la mattina che venne trovato il cadavere di Meredith diedero l'allarme» e che «una sentenza ha già condannato il colpevole del delitto, Rudy Guede». «Trentasei firme compaiono sull'atto di fermo di Amanda – ha ricordato il legale in aula – mentre, dall'altra parte, lei era sola». L'avvocato ha anche ricordato che la Knox «ci teneva a Perugia» e dopo l'omicidio decise di restarci, nonostante la madre e la zia le chiesero più volte se voleva tornare a casa. «In assenza di certezze dovete accettare il dubbio e assolverla», ha detto l'avvocato Dalla Vedova rivolgendosi alla Corte.
Fonte: www.corriere.it