Comunità Italiana

Legge sul fine-vita

“Ritengo che il Parlamento non dovrebbe ignorare il problema delle scelte di fine vita ed eludere ‘un sereno e approfondito confronto di idee’ su questa materia.
  Richiamero’ su tale esigenza, anche attraverso la diffusione di questa mia lettera, l’attenzione del Parlamento”. Cosi’ il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio inviato a Carlo Troilo, consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni, organizzatore della conferenza stampa tenutasi questa mattina sul tema dell’eutanasia e dei suicidi dei malati terminali.

“Drammatici – prosegue il Capo dello Stato – nella loro obiettiva eloquenza sono d’altronde i dati resi noti da diversi istituti che seguono il fenomeno della condizione estrema di migliaia di malati in Italia. Sento profondamente – conclude Napolitano – la drammaticita’ del travaglio che hanno vissuto altri partecipanti alla conferenza stampa per le disperate vicende di loro cari” (Chiara Rapaccini, compagna di Mario Monicelli; Francesco Lizzani, figlio di Carlo Lizzani; Luciana Castellina, compagna di Lucio Magri).

E’ necessaria, da parte del Parlamento, una nuova indagine conoscitiva su “come si muore in Italia” e l’avvio dell’esame dei progetti di legge sul fine vita. A sollecitare un dibattito serio e concreto su questi temi e’ l’Associazione Luca Coscioni che questa mattina ha organizzato una conferenza stampa, in occasione dell’anniversario della morte per suicidio di Michele Troilo, fratello del consigliere generale dell’Associazione Coscioni, Carlo Troilo, alla quale hanno partecipato anche Chiara Rapaccini, compagna di Mario Monicelli; Francesco Lizzani, figlio di Carlo Lizzani; Luciana Castellina, compagna di Lucio Magri; Mina Welby, moglie di Piergiorgi Welby.
  Dopo aver ricordato il proprio impegno per la legalizzazione dell’eutanasia in Italia, iniziato all’indomani della morte per suicidio di suo fratello Michele, malato terminale di leucemia, Carlo Troilo ha sottolineato come “il tabu’ dell’eutanasia” sia “sempre molto forte” nel nostro Paese. “Lo dimostrano tre fatti – ha spiegato – il rifiuto dei politici di discuterne e l’affossamento delle proposte di legge in materia; l’interesse episodico della stampa che si occupa di eutanasia quasi esclusivamente quando si verifica un fatto di cronaca che scuote l’opinione pubblica; il silenzio, a eccezione di Umberto Veronesi e pochi altri, dei nostri piu’ illustri intellettuali compresi quelli che si dicono favorevoli all’eutanasia”. Per tre ragioni dunque, secondo Troilo, “si rende necessaria una rinnovata e approfondita discussione” su fine vita: “perche’ non e’ accettabile che l’Italia resti, fra i grandi Paesi europei, l’unico in cui non solo non si legalizza l’eutanasia ma nemmeno si accetta di discuterne; perche’ in un Paese in cui i veri cattolici sono una minoranza e piu’ del 60% dei cittadini e’ favorevole all’eutanasia non e’ ammissibile che le forze politiche continuino a soggiacere ai diktat delle gerarchie ecclesiastiche e perche’ il tema non interessa piu’ soltanto alcuni intellettuali ma un numero rilevante e crescente di italiani”. Durante la conferenza l’associazione ha diffuso due video-appelli di Luciana Castellina, vedova di Lucio Magri, e di Umberto Veronesi. “Negli ultimi anni – ha ricordato Marco Cappato, promotore della campagna per l’Eutanasia legale – milioni di cittadini italiani hanno sottoscritto proposte di legge di iniziativa popolare, come quella per la liceita’ dell’eutanasia e per il testamento biologico depositata dall’Associazione Luca Coscioni alla Camera dei Deputati lo scorso settembre, ma hanno dovuto constatare come il Parlamento finora non abbia preso in alcuna considerazione le loro proposte”. Oltre al messaggio da parte del Capo dello Stato, i promotori dell’iniziativa hanno ricevuto anche il sostegno di Peppino Englaro e del capogruppo Pd al Senato, Luigi Zanda. Come noto, scrive Englaro, “non sono un sostenitore dell’eutanasia, ma questo non mi impedisce di apprezzare la forza e l’onesta’ intellettuale con cui chiedete che il Parlamento affronti finalmente la tematica delle scelte di fine vita in tutti i suoi complessi aspetti, anche per tenere conto delle condizioni dei cittadini italiani, che su questo tema – come in tutto il campi dei diritti civili – sono molto piu’ avanti dei loro rappresentanti politici. Per la vostra apertura al dialogo e alla pieta’ non posso che essere con voi”. “Da parte mia – scrive invece Luigi Zanda a Carlo Troilo – sono da tempo sostenitore del testamento biologico e della necessita’ di introdur lo nel nostro ordinamento to attraverso una normativa seria ed equilibrata, che eviti ogni accanimento terapeutico”. Per questo, Zanda ritiene si possa ripartire dal testo di legge sostenuto in Senato dal gruppi Pd che stabilisce la possibilita’ per il cittadino di decidere, in autonomia e nel momento in cui e’ ancora capace di intendere e volere, a quali trattamenti sanitari intende essere o non essere sottoposto nel caso in cui, in futuro, non fosse piu’ possibile esprimere una volonta’. “Credo che si possa ripartire da quale testo – prosegue il senatore Pd – anche per disciplinare la materia del testamento biologico e, conseguentemente, dell’alimentazione e idratazione artificiali.
  Mi impegno – conclude – a fare tutto quanto e’ nelle mie facolta’ per aprire su questo punto il dibattito in Senato”.  (AGI) .