{mosimage}Per la prima volta, 40 avvocati di stato brasiliani si sono recati a Roma in visita ufficiale per partecipare al corso intensivo di diritto europeo organizzato dall’Università Tor Vergata e dall’associazione International Experience
Dal punto di vista giuridico, linguistico,culturale e religioso l’Europa latina ha più punti in comune con l’America Latina piuttosto che con gli altri Paesi che fanno parte dell’Unione Europea. Questa è l’opinione del professor Riccardo Cardilli, direttore del Centro di Studi giuridici latinoamericani e coordinatore scientifico del corso di diritto europeo tenutosi a Roma dal 2 al 13 luglio.
— Quindi sarebbe auspicabile un rafforzamento dei rapporti diplomatici ed economici con l’America latina e in particolare con il Brasile, essendo quest’ultimo un Paese che ha assunto sul piano mondiale, economico e politico, un ruolo trainante. Questo potrebbe significare un’apertura fortissima in cui l’Europa latina guardi più verso ovest, rispetto a una parte di Europa, non latina, che guarda fortemente verso est (Russia e Cina) — afferma a Comunità.
Secondo Cardilli in Europa, attualmente, il conflitto politico in atto fondato su ragioni economiche, vede nettamente su due posizioni differenti l’Europa latina (Italia, Spagna, Francia, Portogallo) e l’Europa non latina (Germania, Finlandia, Danimarca). Questi due modelli esprimono due idee diverse.
L’avvicinamento tra l’Europa latina e il Brasile auspicato da Cardilli è stato l’obiettivo del corso di Diritto europeo ed armonizzazione, “Tradizione civilistica e armonizzazione del diritto nelle Corti Europee” che si è svolto presso il moderno Campus X dell’ateneo di Tor Vergata, nell’area nord-est di Roma, sotto i castelli romani.
Il corso è stato promosso dalla Scuola dell’Avvocatura di Stato brasiliana (EAGU, in sigla portoghese) e l’Università di Roma Tor Vergata, in collaborazione con l’Associazione culturale International Experience. Gli alunni provenivano da tutto il Brasile ed erano procuratori federali, della Banca Centrale nazionale e del Tesoro.
I partecipanti hanno potuto conoscere e discutere le leggi dell’Unione Europea (UE), in particolare del diritto romano, civile, del lavoro, amministrativo e finanziario, e anche approfondire la struttura e il funzionamento dell’UE e delle istituzioni italiane più importanti attraverso delle visite guidate.
Tor Vergata è un’università statale giovane, che quest’anno compie 30 anni.
— È un’università con una vocazione internazionale, i nostri rettori, che si sono susseguiti negli anni, hanno sempre avuto un’apertura verso il mondo. Abbiamo accordi di collaborazione scientifica e didattica in tutto il mondo, dall’Australia all’America. Il Brasile è stato il primo in classifica nei nostri rapporti e soprattutto nella volontà di aumentare gli scambi sia di studenti, di docenti e anche di cultura e di formazione — dichiara a Comunità Marina Tesauro, responsabile dell’Ufficio Relazioni Internazionali dell’università Roma Tor Vergata.
Gli accordi tra Tor Vergata e le università brasiliane sono molti e sono sparsi dal nord al sud del Paese. Nel corso degli ultimi anni, delle delegazioni ufficiali dell’ateneo italiano hanno visitato le università brasiliane, lavorando in sinergia sia con le istituzioni universitarie, sia con l’ambasciata italiana e brasiliana. Inoltre, Tor Vergata fa parte dei dieci atenei romani che riceveranno gli studenti brasiliani per svolgere corsi di primo e secondo livello all’interno del programma lanciato dal Capes.
Tra gli altri corsi, Tesauro menziona il dottorato congiunto nell’area medica con l’università di San Paolo (USP), con uno scambio di docenti e di giovani dottorandi, iniziato due anni fa. Attualmente, ci sono anche diversi docenti italiani che stanno lavorando in Brasile. Giancarlo Perone, docente di diritto del lavoro della facoltà di giurisprudenza, ha conseguito una borsa di insegnamento Capes ed è a Belo Horizonte da un anno e mezzo.
— Un altro esempio è quello di un professor di ingegneria ambientale che, insieme al municipio di Salvador, in Bahia, ha fatto attività di ricerca come il progetto di impianto di acque reflue – spiega la responsabile dell’Ufficio.
L’unico ostacolo sembra essere quello del riconoscimento del titolo di studi.
— Purtroppo non esiste un accordo governativo tra l’Italia e il Brasile e questo richiede molto lavoro da tutte e due le parti. A fine giugno abbiamo avuto la visita del rettore dell’università di Rio de Janeiro e abbiamo parlato anche con lui di questa terribile lacuna che c’è della mancata reciprocità dei titoli, perché questo rende difficile proseguire gli studi o avere uno sbocco professionale. Sono più di 15 anni che lavoriamo con le università brasiliane e questa collaborazione sia didattica che scientifica è in continua crescita — afferma Tesauro.
Il corso intensivo di diritto è stato un momento di confronto tra gli avvocati di stato brasiliani e i docenti della facoltà di giurisprudenza.
Base comune latina
Secondo Cardilli, coordinatore scientifico del corso, tra l’Italia e il Brasile non c’è un rapporto tra due nazioni o due ordinamenti diversi, visto che possiedono una base comune, quella latina, molto forte e quindi tra i giuristi italiani e brasiliani c’è un dialogo più stretto e la storia lo dimostra.
— Tutti i professori a cui ho richiesto di fare lezione durante questo corso intensivo hanno accolto con grande piacere la proposta, nonostante fosse luglio, tenendo conto della platea particolarmente qualificata — spiega il direttore del Centro di Studi giuridici latinoamericani.
L’obiettivo del Centro di Studi è quello di rafforzare il legame fondamentale tra l’Europa latina e l’America latina.
— L’America latina ha un vantaggio rispetto all’Europa: è latina nella sua interezza, con tutte le differenze dei singoli ordinamenti giuridici nazionali, però potrebbe avere una capacità di integrazione nettamente maggiore rispetto all’Europa — sottolinea il professor Cardilli.
Durante la presentazione del corso, il prorettore dell’Università di Tor Vergata, Pietro Masi, ha sottolineato il confronto fra il nuovo codice civile brasiliano e il codice civile italiano e la realtà del gigante sudamericano
— L’impresa è una realtà che si sta sviluppando anche in Brasile sulla base di un’esperienza che si sta ampliando anche nel campo dell’agricoltura e in altri settori, come quello alimentare, oltre alle attività tradizionali che stanno entrando nel mercato internazionale — spiega Masi durante la consegna dei risultati di una sua ricerca sui due Paesi a Isaac Sidney Menezes Ferreira, procuratore del Banco Centrale brasiliano.
Masi ricorda che il governo brasiliano sta sostenendo un programma per la formazione degli scienziati “Scienza senza frontiere” e quindi anche le iniziative piccole, se fortemente qualificate, avranno bisogno di un contesto di azione internazionale.
— Questo richiede una legislazione adeguata, con regole che permettano agli operatori economici di lavorare correttamente con una concorrenza leale tra loro e allo stesso tempo con una capacità di affermarsi anche in un mercato internazionale dove ci sono operatori di altri Paesi.
Tra l’Italia e il Brasile c’è una grande tradizione di collegamento scientifico, culturale e tecnico, per questo molti docenti dell’ateneo di Tor Vergata hanno rapporti frequenti con le università brasiliane.
— La scienza non ha confini e quindi noi ci possiamo arricchire sia nel confronto diretto, nei rapporti di collegamento tra italiani e brasiliani, sia nelle attività di formazione dei risultati di scienza e di studio. Inoltre attraverso questi scambi emergono problemi che diventano comuni, come nel caso del diritto del lavoro, e nei quali è importante che si creino delle esperienze che circolino perché questo porta a un progresso generale e giustizia nella soluzione dei problemi — dice Masi.
Lo sviluppo che c’è in Brasile, impone l’esigenza di regolare i rapporti di lavoro dei giovani scienziati, commenta il prorettore. Secondo Masi, il Brasile deve affrontare problemi nuovi, che non c’erano con un’economia più tradizionale e questo significa un mutamento di molti schemi e di rapporti tra gli operatori economici.
— Gli studenti di questo corso intensivo che sono avvocati dello Stato, devono confrontarsi con una realtà che cambia fortemente e che comunque sta venendo regolata. Il Brasile sta progredendo bene, adeguando le regole — dichiara il prorettore.
Tra i professori del corso hanno partecipato Luigi Daniele, professore di diritto internazionale e diritto dell’Unione Europea, che ha trattato del problema dell’armonizzazione e dell’integrazione del diritto europeo; il professor Enrico Gabrielli, professore ordinario di diritto civile e anche uno dei maggior avvocati italiani, che ha spiegato il diritto dei contratti; l’ex presidente della Corte Costituzionale, Cesare Mirabelli che ha tenuto una lezione sulla tutela dei diritti fondamentali tra la Corte Costituzionale italiana e la Corte europea.
Risultati positivi secondo la parte brasiliana
La direttrice della scuola di Avvocatura generale dello Stato, Juliana Sahione Mayrink Neiva, racconta a Comunità di essere rimasta molto soddisfatta del corso e spera che questa conoscenza più da vicino del diritto europeo, principalmente di quello italiano, possa essere applicata nelle attività consuete, arricchendo il lavoro degli avvocati di stato brasiliani. – Le visite istituzionali organizzate durante il corso sono state molto importanti perché hanno creato un contatto per uno scambio di esperienze tra le istituzioni, al di là della parte teorica. Inoltre l’avvocatura generale brasiliana si è ispirata al modello italiano, ed è una grande struttura di cui fanno parte 10.200 avvocati – dichiara la giovane direttrice.
Secondo Marco di Iulio, procuratore federale, l’esperienza è stata straordinaria e, nonostante la breve durata del corso, le lezioni sono state di altissimo livello grazie a dei professori molto qualificati.
— È la prima volta che gli avvocati di stato brasiliani partecipano a un corso all’Università di Roma. È stata un’opportunita unica per gli avvocati di conoscere un regime giuridico comune a quello italiano, che è quello romano, in cui ci sono le radici del diritto brasiliano e italiano. Per questo ci sono molte cose in comune, soprattutto nel diritto civile e in quello del lavoro. Al di là di uno scambio culturale è stato uno scambio scientifico e speriamo, in futuro, di poter ricevere professori e alunni nelle nostre università brasiliane — afferma a Comunità Isaac Sidney Menezes Ferreira, procuratore del Banco Centrale brasiliano durante l’apertura del corso.
Tra gli studenti, tutti hanno detto di essere rimasti molto soddisfatti di questa esperienza e adesso hanno saudade (nostalgia) delle lezioni romane.
— In un ambiente globalizzato come quello in cui viviamo non si può perdere di vista il diritto degli altri Paesi – afferma Denise Maria de Araujo, procuratore della Fazenda Nacional a Brasilia che ha potuto approfondire la conoscenza del diritto europeo.
Non solo teoria
Secondo la procuratrice federale e allieva Flavia Gualtieri de Carvalho, “per capire il diritto italiano bisogna conoscere un po’ la cultura, economia e storia italiana e viceversa con il diritto brasiliano. Studiare solo a scuola è molto poco”.
— Per esempio, il campus sensazionale dove siamo stati ospitati è nato da un accordo pubblico-privato, mentre in Brasile è difficile ottenere questi risultati da questi accordi. Quindi dobbiamo imparare qui.
Oltre alle lezioni, gli studenti hanno visitato la Corte Costituzionale, l’Avvocatura di Stato italiana, la Corte di Cassazione, il Consiglio di Stato ed è stato organizzato un cocktail in loro omaggio dall’Ambasciatore brasiliano a Roma, José Viegas. – Le visite istituzionali sono state molto importanti perché hanno permesso a 40 avvocati di stato di conoscere da vicino, non solo con la teoria, le istituzioni italiane e il loro funzionamento. Lo scopo di questo corso è quello di rafforzare i legami tra i due Paesi – sottolinea l’avvocato romano e presidente dell’associazione International Experience, Federico Penna.
Tra i progetti futuri con l’Università Tor Vergata, l’Avvocatura di Stato brasiliana ha già dichiarato di voler ripetere il corso di formazione a gennaio.
— Si è riscontrato un forte interesse tra gli avvocati e i magistrati brasiliani e l’idea è quella di farlo diventare un evento periodico, due volte l’anno, a gennaio e a giugno. Secondo i test di valutazione c’è stato un giudizio positivo del 100%, tutti gli studenti rifarebbero l’esperienza — spiega il giovane Penna, che si dichiara soddisfatto di questo progetto piloto che ha portato grandissimi risultati.
Il corso si è concluso in grande stile con una cena di gala in una villa del ‘700 con antichi affreschi alle pareti, sullo sfondo dei castelli romani.