Comunità Italiana

L’importanza della cravatta

Un accessorio che i politici devono usare con precauzione

L’uomo ha inventato la cravatta per evitare che il sangue, quando alloca nel cervello e permette di ragionare, emigri verso altre regioni del corpo. Ben stretta attorno al collo sotto il colletto della camicia, attentamente annodata con apparente noncuranza, la cravatta è strumento indispensabile per chiunque voglia apparire intelligente. Il problema sta nello scegliere il momento in cui te la annodi: se sbagli, il sangue non riuscirà a salire e non avrai la lucidità necessaria per fare, per esempio, leggi intelligenti. Sicuramente il francese Dominique, futuro candidato all’Eliseo, era senza cravatta quando entrò Ophelia, cameriera africana brutta e grassoccia, nella stanza del suo hotel di New York. Sangue addensato nelle parti basse, cervello annebbiato, parole farfugliate e sconnesse, doveva arraffare senza indugio un amplesso urgente, violento e liberatorio. Fosse stato incravattato avrebbe potuto programmare con calma un incontro meno sgradevole, o addirittura piacevole, ma la natura gridò più forte. E gli procurò un monte di guai. Le donne, fisicamente diverse, non usano la cravatta. La circolazione sanguigna è quindi più libera, e poiché non vi sono “depositi” nei quali il sangue tende ad addensarsi in determinate circostanze, esse sono più razionali e, infine, più intelligenti. Molti hanno pregiudizi in merito e giurano il contrario, ma è cosí. Questa teoria è naturalmente discutibile, ma sempre più spesso la sua fondatezza sembra sia dimostrata da fatti concreti. L’ultimo esempio è fornito dalla irrazionale stupidità della “manovra” che i nostri politici ci hanno testé propinato. Purtroppo, essa è stata concepita – dire pensata sarebbe non senso – in una stagione in cui in Italia faceva molto caldo. Pochi usavano la cravatta, e quei pochi l’avevano allentata. Costretti a rinunciare alle ferie, rimasti a Roma soli, scapoli o nubili con le loro metà al mare, distratti e allupati, i nostri politici non potevano fisicamente pensare; il sangue dilagava e si addensava ovunque, fuorché nel cervello. La massiccia vendita di viagra confessata, fregandosi le mani, dal farmacista prossimo a Montecitorio ha acuito il problema. I politici hanno detto, negato, fatto, disfatto, deciso e cancellato.  A proclami coraggiosi sono seguite ritirate vigliacche. Il parto finale, drammaticamente deludente, dice no alle liberalizzazioni, no al dimezzamento dei parlamentari, no alla riduzione dei costi della politica, no ad una imposta sui patrimoni, no ad una sovraimposta sugli alti redditi, no ad una coraggiosa riforma delle pensioni, no a incentivi allo sviluppo, no ad una drastica lotta all’evasione fiscale, no a tutto quanto possa ferire gli interessi delle caste e delle corporazioni. Pagheranno i soliti poveracci che abbaiano e non mordono. Pagherà pure San Gennaro, che per decisione politica dovrà compiere il miracolo in un giorno diverso da quello stabilito dal calendario ecclesiastico. Vestita la giubba e infarinata la faccia, come il pagliaccio di Leoncavallo, attenti solo ai loro privilegi e distratti dagli stimoli della stagione, i nostri politici hanno perso la grande occasione: gli italiani, consapevoli del dramma che stanno vivendo, avrebbero accettato anche incisioni coraggiose nella viva carne, purché eque.  

La gente italica è piuttosto formale e l’uso della cravatta è comune e antico, ma fino ad ora la teoria che oggi esponiamo non era nota. Il maschio italiano, quello meno giovane che prende le decisioni e usa la cravatta, è considerato un uomo elegante. Ora però conosciamo le insidie che nasconde questo variopinto orpello e dobbiamo sperare che Versace o Marinella, nel venderlo,  diano ai clienti il foglietto con le istruzioni per un uso corretto. Che poi si riducono ad una esortazione semplice: quando sei freddo, senza stimoli che ti distraggano, ti senti lucido e ragioni, stringi forte il nodo e resisti fintanto che hai preso e formalizzato le tue decisioni. Il molla e stringi della nostra torrida estate peninsulare non poteva dare spazio a pensieri razionali; meglio allora buttare la cravatta e adottare un leggiadro orecchino, come usa il governatore della Puglia: sangue e pensieri in libertà, e che il Cielo ci aiuti.