Il movente: voleva dimostrare all'uomo che amava di aver avuto un figlio da lui, quindi ha rapito il neonato
{mosimage}NOCERA INFERIORE (SALERNO) – Era agitatissima all'inizio, ha negato tutto e si è mostrata molto aggressiva con gli inquirenti. Poi però ha ceduto Annarita Buonocore, l'infermiera di 42 anni che lunedì ha rapitoun neonato nell'ospedale di Nocera Inferiore a pochissime ore dalla nascita. A chi l'ha interrogata la donna ha detto che avrebbe voluto restituire alla sua famiglia il piccolo Luca Cioffi stamattina. La donna, madre di due figlie, una di 11 e l'altra di 19 anni, ha alle spalle un matrimonio e una convivenza. Agli investigatori in un primo momento avrebbe detto «il bimbo me l'hanno portato per accudirlo» e ha raccontato di essere stata incinta davvero ma che ha avuto un aborto spontaneo. Per questo ha rapito il piccolo Luca, per fare credere all'amante di avergli dato un figlio. Poi avrebbe ammesso: «Ho due figlie femmine e anch'io vorrei un figlio maschio». «Se lo trovo bello e fatto – ha aggiunto l'infermiera del Cardarelli – lo allevo».
LA STORIA – Quella della Buonocore è una relazione con un uomo sposato, di Napoli, un amministrativo dello stesso ospedale in cui lavora come infermiera, e da lui avrebbe dovuto avere un figlio proprio in questi giorni. La gravidanza però non è andata a buon fine: la donna ha dichiarato agli inquirenti durante l'interrogatorio di aver subito un aborto naturale nei primissimi mesi. Della circostanza non aveva informato l'amante, che invece, a quanto pare, avrebbe voluto diventare padre. Così la donna avrebbe simulato, per tutti questi mesi, di aspettare un figlio. Vistasi alle strette, poi, avrebbe pianificato di portar via un piccolo proprio dall’ospedale di Nocera. Un luogo che lei conosceva e nel quale si muoveva agilmente. La donna, infatti, è proprio di Nocera. All'amante aveva chiesto proprio lunedì una visita a casa: così in mattinata aveva rapito il piccolo Luca Cioffi dalla stanza di sua madre, poche ore dopo il parto, e lo aveva portato a casa sua, spacciandolo per suo figlio. La donna avrebbe anche detto ai suoi figli, un minorenne e una maggiorenne, di dover accudire il neonato perché la madre non era stata bene. Un racconto al quale i suoi familiari avevano creduto. Sentito nell'imminenza del ritrovamento del neonato rapito, l'uomo, che non è indagato, ha risposto agli agenti che gli chiedevano chi fosse il piccolo Luca Cioffi: «Questo è mio figlio». La Buonocore era riuscita dunque a simulare una gravidanza in tutti questi mesi. Arrivata al giorno del presunto parto era riuscita ad evitare una visita del padre del bambino, che era andato a trovarla solo lunedì a casa sua, dopo il rapimento del piccolo Cioffi. La donna, che non ha precedenti penali, né risulta affetta da patologie psicologiche, è ora in stato di arresto per sequestro di persona.
IL VICINO – Contro l'infermiera professionale in servizio al pronto soccorso dell'ospedale «Cardarelli» di Napoli, c'era la testimonianza di un uomo, un insegnate che l'aveva conosciuta anni prima e che proprio ieri pomeriggio si è trovato di passaggio nel reparto di ostetricia proprio mentre Annarita Buonocore, con il camice bianco da infermiera, usciva tenendo in braccio il piccolo Luca Cioffi. L'insegnante si è rivolto alla polizia stradale di Angri, non appena ha saputo, attraverso i mezzi di informazione, che c'era stato il rapimento di un bimbo nell'ospedale di Nocera. L'esame dell'identikit, diffuso nella tarda serata di lunedì, ha tolto ogni dubbio al testimone del rapimento. La polizia, che non aveva però indicazioni precise sul nome dell'infermiera, ha rintracciato il padre di quest'ultima. È scattata la perquisizione in casa del genitore della rapitrice, dove è stata recuperata una foto recente della donna mostrata subito ad Annalisa Fortunato, madre del piccolo Luca, e alla zia che hanno subito riconosciuto l'infermiera che si era allontanata con il bimbo.
IL BLITZ NELLA NOTTE – Subito dopo gli inquirenti sono passati all'azione. La preoccupazione che Annarita Buonocore potesse disfarsi del piccolo Luca nel modo più folle ha indotto gli agenti della Squadra Mobile di Salerno e del Commissariato di Nocera a bloccare porte e finestre dell'appartamento al settimo piano dove abita la Buonocore e ad agire con la massima rapidità. La donna, che lunedì sera, poco dopo le 23 era in casa con le due figlie, non ha avuto il tempo di reagire. La polizia l'ha bloccata mentre metteva in salvo il piccolo. Nell'abitazione le tre donne stavano seguendo gli sviluppi della vicenda, attraverso la televisione, ma del rapimento le due figlie erano all'oscuro. La madre aveva detto loro che quel neonato le era stato affidato da un'amica per qualche giorno. La stessa giustificazione Annarita Buonocore ha cercato di darla anche ai poliziotti che hanno eseguito il blitz, ma nessuno le ha creduto. In casa della donna gli agenti, guidati dal capo della Mobile, Carmine Soriente, hanno trovato pannolini e biberon, che la donna avrebbe acquistato poco dopo il rapimento.
IL PERDONO DELLA MADRE – Intanto martedì mattina le prime parole di Annalisa Fortunato, mamma del piccolo appena nato, ancora sofferente dopo il parto cesareo, sono di perdono per l'infermiera: «Mi dispiace molto per questa persona, perché molto probabilmente non sta bene, non la odio, non provo niente. Sì, la perdono». «È nato per la seconda volta». Annalisa Fortunato ha espresso così la sua fortissima emozione poi ha iniziato a raccontare: «È entrata, era molto tranquilla. Non tremava. Era un'infermiera, aveva il camice». La rapitrice era riconoscibile, perché ha agito a viso scoperto: «Aveva gli occhiali e uno spillone nei capelli – ha raccontato la donna -. Aveva un comportamento normale. Ha parlato normalmente. Era un'infermiera dolcissima». Quella donna, che Annalisa ha dichiarato di non conoscere, si è presa cura di lei: «Mi ha aggiustato il catetere, mi ha aggiustato la flebo. Mi ha detto anche che è un peccato che certe donne abbandonino i bambini». Annalisa è disposta a perdonare chi le ha portato via suo figlio: «Non gli ha fatto del male – ha continuato – l'ha fatto pure mangiare. Lunedì quando è arrivato qui Luca dormiva». «Mi dispiace per questa persona – ha aggiunto – molto probabilmente non sta bene. La perdono, sì». Ritornando ai momenti di angoscia provati, la donna dice soltanto: «Ho pregato, pregato». «Finalmente è finita – ha concluso – è andato tutto bene. Grazie a tutti». Annalisa sa che tutto il paese ha partecipato: «Lo so bene, me lo hanno detto, anche se non ho visto la televisione. Voglio ringraziare davvero tutti. Ieri mio figlio è nato per la seconda volta». Che farà per prima cosa Annalisa, quando uscirà dall'ospedale? «Andrò al santuario di San Gerardo», risponde piangendo».
Fonte: www.corriere.it