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Home > Lo sfogo del padre di Yara “Non ho nulla da nascondere”

Lo sfogo del padre di Yara “Non ho nulla da nascondere”

13 de dezembro de 2010 - Por Comunità Italiana

Il dubbio degli inquirenti: la ragazza poteva essere stata già qualche giorno prima in quel cantiere. E i pm acquisiscono i contratti dell'attività professionale del signor Gambirasio

BERGAMO – I genitori di Yara non credono all'ipotesi della ritorsione maturata nell'ambito dei rapporti di lavoro del padre, Fulvio Gambirasio, geometra in un'impresa edile. "Non ho nemici e non ho nulla da nascondere", insiste lui. Ma la pista continua ad essere coltivata. C'è una convinzione che sembra acquistare di giorno in giorno concretezza: la possibilità che a rapire la tredicenne sia stata una persona da lei conosciuta e della quale si fidava.

{mosimage}Va in questa direzione una nuova certezza maturata dagli investigatori: che l'ultimo sms partito dal cellulare della ragazza alle 18,44 del 26 novembre, un quarto d'ora dopo il suo ultimo avvistamento in palestra, sia stato spedito proprio da lei e non dal suo sequestratore. Altra certezza: dodici minuti dopo, alle 18,56, il suo telefonino ha agganciato la cella di Mapello, il comune a tre chilometri di distanza dove si trova il cantiere del centro commerciale a più riprese ispezionato in questi giorni.
Cosa sembrano suggerire questi dati? Che la ragazza si sia allontanata, almeno in una prima fase, di sua volontà. Una tesi che convince sempre più carabinieri e polizia. I detective però stanno guardando sotto una nuova luce anche la più decisa delle indicazioni fornite finora nelle indagini: le tracce della ragazza seguite dai cani addestrati, che hanno portato proprio verso il cantiere del centro commerciale. Arrivati sul posto i segugi sono come impazziti, puntando con insistenza verso un magazzino, i cui reperti sono ancora al vaglio del Ris.

Esclusa dal georadar la presenza del cadavere della ragazza, ora si affaccia una nuova teoria investigativa: che i cani possano aver fiutato tracce di Yara precedenti di qualche giorno alla sua scomparsa. Il corollario è che la tredicenne possa essere stata lì prima di essere rapita, magari in compagnia di qualcuno che, incontrandola di nuovo il 26, l'ha fatta sparire.
Sono ricostruzioni che solo gli accertamenti tecnici potranno avvalorare.

I carabinieri del Ris stanno cercando di isolare il Dna della ragazza, estraendolo da alcuni oggetti personali consegnati nei giorni scorsi dai genitori. Il passaggio successivo è il confronto con altri reperti, sia quelli analizzati nel cantiere, sia quelli ritrovati nel bosco di Ambivere. Per definire meglio i contorni psicologici e le eventuali nuove conoscenze di una ragazza finora considerata tutta casa, scuola e ginnastica ritmica, si sta seguendo anche un "filone telematico", attraverso l'analisi di messaggi di posta elettronica sospetti.

Le attività d'indagine riguardano filoni che possono restare tra loro paralleli. Sebbene anche la madre di Yara, Maura Panarese, ritenga "inverosimile" l'ipotesi della vendetta per motivi legati all'attività professionale del padre, la procura non vuol lasciare nulla d'intentato e per questo ha acquisito le buste paga e i contratti di consulenza del padre. A oltre due settimane dalla scomparsa, si continua a non escludere nulla, perfino la pista del satanismo viene considerata praticabile. Resta l'angoscia di una famiglia, riassunta in questa frase della madre: "Ho dovuto spiegare ai miei figli più piccoli che forse Yara per un po' non tornerà". 

Fonte: www.repubblica.it

Comunità Italiana

A revista ComunitàItaliana é a mídia nascida em março de 1994 como ligação entre Itália e Brasil.